‘Ndrangheta. L’ex latitante Josè Signorello sarà estradato dalla Svizzera

Reggio Calabria. Josè Signorello, di 31 anni, originario di Laureana di Borrello, presunto elemento di spicco della locale cosca di ‘ndrangheta “Chindamo-Ferrentino”, sarà estradato in Italia dalla Svizzera. Signorello era stato arrestato a Zurigo il 4 dicembre 2017 dalla Polizia Cantonale, in collaborazione con i Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro. Era latitante dal novembre 2016 allorquando si era sottratto ad un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di associazione mafiosa, emessa il 24.11.2016 dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito dell’operazione Lex, condotta dalla Compagnia di Gioia Tauro, tra il 2014 ed il 2016, contro il locale di ‘ndrangheta di Laureana di Borrello costituito dalle famiglie dei “Lamari” e “Chindamo-Ferrentino”. Nel giugno 2017, l’Italia aveva spiccato un mandato di cattura internazionale tramite iscrizione nel Sistema informativo di Schengen (SIS).

Il Tribunale federale elvetico non è entrato in materia sul ricorso presentato da Signorello contro la sua estradizione in Italia. In una sentenza pubblicata oggi – come riporta il Correre del Ticino – la suprema corte di Losanna rammenta che una decisione di estradizione può essere contestata con un ricorso soltanto in casi particolarmente rilevanti: ad esempio quando c’è motivo di ritenere che principi elementari siano stati violati durante il procedimento o che il procedimento all’estero presenti gravi lacune.
Nel caso concreto, Signorello lamentava di essere stato interrogato all’indomani dell’arresto in assenza del suo avvocato. I suoi diritti, in particolare quello a un difensore della prima ora, sarebbero stati così violati.
L’estradizione nell’ambito dell’assistenza giudiziaria – ribattono invece i giudici federali – è una procedura di natura amministrativa e non dà dunque accesso ai diritti relativi alla difesa previsti dall’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
Il Tribunale federale inoltre non rileva indizi obiettivi da cui si possa concludere che l’istanza precedente non abbia rispettato il diritto a un procedimento equo o altri principi elementari. L’assenza dell’avvocato al primo interrogatorio – aggiunge – non costituisce una siffatta violazione.
Durante la detenzione preventiva, Signorello si è opposto alla procedura di estradizione semplificata verso l’Italia. Ciò nonostante, l’Ufficio federale di Giustizia ha dato via libera all’estradizione lo scorso 22 gennaio, decisione poi confermata un mese più tardi dal Tribunale penale federale di Bellinzona. Adesso Signorello vede esaurite tutte le sue possibilità di contestare l’estradizione e la detenzione in vista della consegna all’Italia. Non si conosce ancora la data esatta dell’estradizione.

Dalle indagini dei Carabinieri, benché latitante, Signorello aveva avviato una sala scommesse nel centro cittadino di Winterthur, Cantone Svizzero di Zurigo, da dove continuava a mantenere contatti con i propri familiari.
Secondo quanto ha rivelato con dovizia di particolari nel marzo scorso la RSI, che ha potuto consultare gli atti dell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Signorello è ritenuto dagli inquirenti il referente in Svizzera della cosca Chindamo-Ferrentino di Reggio, e sarebbe stato attivo da anni tra la città sulla Limmat e Winterthur.

Fabio Papalia

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