Reggio Calabria. Il noto costruttore Pietro (conosciuto anche come Piero) Zaffino e sua moglie Annamaria Cozzupoli, nella qualità di amministratori di fatto e di diritto della Tegra Costruzioni Srl, nell’ambito dell’operazione Thalassa condotta oggi dalla Dia, sono indagati del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, e in concorso con altri indagati dei reati di: corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio con l’aggravante mafiosa, trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante mafiosa, ed estorsione con l’aggravante mafiosa.
Con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa è indagato anche Peter Battaglia, nato a Gravesend (Gran Bretagna), di 44 anni, nella sua qualità di dipendente comunale. Peter è figlio del sindaco dei Moti di Reggio Calabria, Pietro Battaglia, morto nel 2004 alla cui memoria la città ha intitolato l’aula del Consiglio Comunale che lo ha visto protagonista nelle vesti di Sindaco ed in quelle di Consigliere ed Assessore Regionale. Peter è anche fratello dell’attuale consigliere regionale Domenico (noto anche come Mimmo) Battaglia, il quale – come confermato dagli inquirenti nel corso della conferenza stampa – è del tutto estraneo all’indagine.
Il gip non ha accolto la richiesta di misura cautelare avanzata dalla DDA nei confronti di Zaffino, Cozzupoli e Battaglia, i quali sono indagati in stato di libertà.
L’accusa di concorso esterno per Zaffino e Cozzupoli
Gli inquirenti accusano i coniugi Zaffino (nella qualità di amministratori della Tegra Costruzioni Srl) e Peter Battaglia, nella qualità all’epoca dei fatti contestati di responsabile dell’U.O. II Livello Sviluppo – SportelloUnico Attività Produttive del Comune di Reggio Calabria, del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. “In particolare – è ciò che contestano gli inquirenti – Zaffino e Cozzupoli, nelle qualità di amministratori della Tegra Costruzioni Srl, contribuivano concretamente e consapevolmente a rafforzare e realizzare gli scopi della ‘ndrangheta, stipulando un patto con gli esponenti delle cosche Condello e Tegano, in forza del quale cedevano a queste ultime la selezione di gran parte delle imprese e dei fornitori necessari ad eseguire l’edificazione del “Complesso Immobiliare Thalassa” e la gestione di una parte delle vendite dei fabbricati, nonché la selezione dei compratori di alcuni di questi, anche al fine di garantire gli equilibri tra le imprese attive nel mercato della grande distribuzione alimentare in maniera funzionale agli interessi della ‘ndrangheta ed al fine di gestire la corruzione di impiegati pubblici, collusi con la ‘ndrangheta; ed in cambio, Zaffino e Cozzupoli ottenevano dagli esponenti delle cosche la risoluzione di ogni questione insorta all’interno del cantiere edile e nella gestione dei rapporti d’esecuzione dell’appalto, sfruttando la forza d’intimidazione dell’organizzazione criminale (come, ad esempio, in relazione alla controversia insorta con Polimeni Domenico), nonché l’ampliamento dei loro interessi imprenditoriali, grazie alla gestione in autonomia di una porzione della predetta speculazione edilizia di contrada Armacà, al fine di avviarvi un’attività di ricezione alberghiera (tramite il Residence Thalassa), con la garanzia derivante dalla protezione delle cosche che impediva ad alcuno di potere avanzare illecite pretese”.
L’accusa di concorso esterno per Peter Battaglia
Secondo l’accusa Battaglia nella qualità di responsabile dell’U.O. II Livello Sviluppo – SportelloUnico Attività Produttive del Comune di Reggio Calabria “contribuiva concretamente e consapevolmente a rafforzare e realizzare gli scopi della ‘ndrangheta sfruttando, abusando e strumentalizzando a tal fine, in maniera stabile e continuativa, l’incarico pubblico predetto, mettendolo a disposizione degli interessi delle cosche nelle relazioni con l’ente comunale”.
In particolare secondo l’accusa avrebbe consumato le condotte di corruzione continuata, funzionali a garantire alla ‘ndrangheta un più ampio sfruttamento edilizio dei fondi di contrada Armacà; avrebbe consumato la condotta d’intestazione fittizia, volta ad agevolare gli interessi economici di Enrico De Rosa (collaboratore di giustizia), in qualità di esponente della cosca De Stefano; avrebbe agevolato gli interessi politici di Domenico Giovanni Suraci (noto come Dominique), in quanto imprenditore e consigliere comunale espressione della `ndrangheta e tramite quest’ultimo, quelli della cosca Alvaro che controllava occultamente l’attività imprenditoriale denominata “Calajunco“; si sarebbe dichiarato pronto a garantire a Enrico De Rosa ed a Demetrio Sonsogno — in qualità, entrambi, di esponenti della cosca De Stefano — la possibilità di gestire in esclusiva, tramite l’impresa del primo, il servizio di pubblicità lungo il tapis roulant installato nel centro storico di Reggio Calabria.
L’accusa di corruzione. Il complesso residenziale costruito in “via Zona Industriale”
In questo caso sono indagati in concorso i due coniugi Zaffino-Cozzupoli (in qualità di amministratori della società Tegra Costruzioni Srl) e Peter Battaglia (nella qualità di responsabile della Suap del Comune di Reggio Calabria), perché in concorso con Paolo Schimizzi (il reggente della cosca Tegano poi scomparso nel nulla). Quest’ultimo per l’accusa era “il rappresentante delle cosche arcote che gestivano dietro lo schermo della Tegra Costruzioni Srl l’appalto per l’edificazione del complesso immobiliare Thalassa”, nonché il “programmatore del patto corruttivo”. Dietro l’operazione di speculazione edilizia, per l’accusa, vi era il piano ordito proprio da Paolo Schimizzi.
L’accusa di corruzione per Peter Battaglia
In questo contesto Peter Battaglia (pubblico dipendente) avrebbe ricevuto e accettato la promessa di utilità da Zaffino e Cozzupoli e da Paolo Schimizzi, per compiere o per avere compiuto atti contrari ai propri doveri d’ufficio.
In base alle accuse gli atti contrari ai doveri d’ufficio riguardano: il permesso di costruire n. 25 del 21.4.2006 (relativo al primo lotto del complesso edilizio), quello n. 63 del 13.8.2007 (relativo al secondo lotto del complesso edilizio); nonché le varianti n. 87 del 24.7.2008 e n. 112 del 3.2.2009 (con cui è stata autorizzata la modifica funzionale all’allestimento dell’area destinata a supermercato, poi acquistata dalla SGS S.r.l.), tutti atti illegittimi secondo l’accusa che consentivano alla Tegra Costruzioni S.r.l. di edificare il complesso immobiliare “Thalassa”, utilizzando un indice di fabbricabilità maggiore rispetto a quello consentito e realizzando una tipologia di fabbricati (in particolare residenziale e commerciale) aventi destinazione urbanistica non conforme agli strumenti urbanistici vigenti.
Secondo l’impianto accusatorio, Peter Battaglia avrebbe avuto in cambio “la possibilità di svolgere attività d’intermediazione immobiliare in relazione a taluni dei fabbricati edificati nel complesso immobiliare “Thalassa”, tra cui quello, poi, acquisito dalla SGS S.r.l. e destinato a supermercato; l’acquisto (anche a mezzo della moglie) dalla Tegra Costruzioni S.r.l. di due appartamenti, insistenti nel complesso immobiliare “Thalassa”, ottenendo modalità di pagamento agevolate e l’accollo sostanziale di parte del mutuo ipotecario contratto con un istituto di credito da parte della Tegra Costruzioni S.r.l., al punto che a distanza di quasi cinque anni dalla stipula dei contratti di compravendita (risalente al 2009), egli ancora risultava debitore della Tegra Costruzioni S.r.l.”.
L’accusa di estorsione per Zaffino e Cozzupoli e Firriolo
Pietro Zaffino e Annamaria Cozzupoli – sempre nella qualità di amministratori della Tegra Costruzioni Srl – sono indagati in concorso con Emilio detto “Peppe” Firriolo – in qualità di socio di fatto e co-gestore dei lavori subappaltati nonché di rappresentante degli interessi economici delle cosche di ‘ndrangheta Tegano e Condello – di estorsione con l’aggravante mafiosa.
Secondo l’accusa dopo che ignoti, riferibili alle cosche mafiose Tegano e Condello, avevano danneggiato a mezzo incendio il 2.1.2009, l’autovettura Audi A6 in uso a Domenico Polimeni (persona offesa) titolare formale della RDP Costruzioni S.r.l. Unipersonale e, quindi, titolare sostanziale della CGP S.r.l. (riferibile formalmente al figlio Rocco), impresa quest’ultima che aveva stipulato un contratto di subappalto con la Tegra Costruzioni S.r.l., per l’edificazione del “Complesso Immobiliare Thalassa” di contrada Armacà, con ulteriori minacce implicite ed esplicite, costringevano Domenico Polimeni, quale rappresentante delle imprese a lui direttamente o indirettamente riferibili, a rinunciare alle sue spettanze economiche per i lavori eseguiti per conto della Tegra Costruzioni S.r.l., nonché ai beni strumentali utilizzati a tale scopo, conseguendo, quindi, per sé, e le cosche di ‘ndrangheta coinvolte nella gestione dei lavori, un ingiusto profitto derivante dal mancato pagamento al Polimeni di quanto spettantegli e dell’appropriazione dei beni strumentali, con danno per la persona offesa”.
Viene altresì contestata l’aggravante mafiosa al fine di agevolare gli interessi delle cosche che operavano nel cantiere edile, e con metodo mafioso, al punto da indurre Domenico Polimeni a fuggire dalla città.
L’accusa di truffa per Annamaria Cozzupoli
Annamaria Cozzupoli inoltre è accusata di truffa perché le viene contestato che “con costanza periodica settimanale, in qualità di ortottista dipendente dell’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria” avrebbe fatto apparire formalmente la sua presenza sul posto di lavoro, per un tempo maggiore di quello a ciò realmente dedicato, inducendo in errore l’ente pubblico che le erogava la retribuzione includente anche il tempo di assenza dal posto di lavoro.
Fabio Papalia