Operazione Jonny. Cassazione dispone dissequestro per società maltese collegata a Kroton Games

Roma. Il palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione

Roma. Il palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione

Roma. Dalla Corte di Cassazione arriva un capovolgimento di fronte per Centurionbet, il bookmaker maltese coinvolto nell’operazione “Jonny”. Si tratta dell’inchiesta che a maggio 2017 ha portato alla luce un intricato intreccio architettato dalla criminalità organizzata nel settore del gaming – in particolare nella raccolta delle scommesse on line e nel noleggio degli apparecchi – con ingenti profitti per la cosca Arena di Crotone, che agiva attraverso la società Kroton Games. A luglio 2017, ricorda Agipronews, il Tribunale di Catanzaro aveva sottoposto a sequestro preventivo la società per il contributo che il suo titolare – Francesco Martiradonna, indagato per concorso in associazione mafiosa – aveva offerto alla cosca, mettendo a disposizione «un sistema illecito di intermediazione nella gestione delle scommesse».
Per la Cassazione, tuttavia, la confisca è illegittima: «Il provvedimento non è motivato – si legge nella sentenza della Prima sezione penale – non essendo sufficiente affermare che il bene è stato utilizzato per commettere il reato». La decisione del Tribunale di Catanzaro «non soltanto aveva limitato la ragione del sequestro preventivo alle mera confiscabilità del bene oggetto della decisione, ma aveva anche escluso lo stretto nesso strumentale con l’attività criminale e con l’effettiva probabilità della reiterazione della stessa». L’indagine aveva «espressamente esclusa» la possibilità che la Centurionbet potesse aggravare o reiterare il reato contestato a Martiradonna, sia per il sequestro della Kroton Games – con cui non era più possibile mantenere rapporti operativi – sia per la decisione, da parte della Malta Gaming Authority, di revocare la licenza della società, proprio in seguito all’inchiesta delle autorità italiane. L’ordinanza di sequestro è stata dunque annullata, «con rinvio per un nuovo esame al Tribunale di Catanzaro».

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