Reggio Calabria. «Il numero dei detenuti e delle detenute che annualmente varcano le soglie dei due carceri di Reggio Calabria è costantemente in eccesso. Dal report riferito al 31 dicembre 2017, nel carcere di “Arghillà”, a fronte di una capienza regolamentare di 302 detenuti ne erano presenti 344, di cui 68 stranieri. Alla stessa data nella seconda casa circondariale “Panzera” a fronte di una capienza regolamentare di 186 detenuti ne erano presenti 264, di cui 9 stranieri e 35 donne». Lo ha affermato oggi Agostino Siviglia, garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, nel presentare la relazione annuale nel corso di una conferenza stampa affiancato dal vicesindaco Armando Neri.
«La problematica più grave e complessa del carcere di Arghillà – ha aggiunto Siviglia – è rappresentata da un presidio sanitario che risulta sempre meno garantito. Non è garantita la copertura infermieristica h24; il personale medico-sanitario è del tutto insufficiente; la specialistica necessita di implementazione; manca un gabinetto radiologico; manca un referente sanitario esclusivo». «Nella ricognizione resta sempre la difficoltà legata alla carenza di personale di polizia penitenziario, ancora sotto organico. A fronte di una pianta di 160 unità, al 31 dicembre 2017 – conclude Siviglia – risultano esserci in servizio 109 unità, con un deficit di 51 agenti».
Un passaggio della relazione del garante Siviglia – rende noto l’agenzia Dire – è stata dedicato al decesso di un detenuto di appena 31 anni, avvenuto nella struttura di Arghillà, lo scorso 18 marzo 2018, e per il quale sono in corso le indagini preliminari condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria.
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