Reggio Calabria. Al porto Reggio Calabria sono iniziate le operazioni di sbarco dei 232 migranti giunti a bordo della nave Sea-Watch 3. Si tratta di 17 donne, 28 minori non accompagnati, tra cui anche un dodicenne già collocato in una struttura ad hoc, e il resto uomini, quasi tutti di origine sudanese e del Niger. L’imbarcazione della Ong ha operato un primo soccorso nella mattinata del 5 giugno, quando da un gommone sono state soccorse 115 persone per la maggior parte di origine sudanese, poi è stata impegnata in un trasbordo da una nave mercantile, per raggiungere la quale ha dovuto percorrere 90 miglia marittime, dopodiché Seawatch ha proseguito in operazioni di ricerca e soccorso, una delle quali è stata poi attesa da una nave della Marina Militare e un’altra dalla Ong Seaeye che si è poi trovata in una condizione di difficoltà per ben più di 24 ore a causa delle condizioni meteo che sono peggiorate.
«I migranti – ha riferito Giorgia Linardi di Seawatch – sono stabili ma hanno sofferto il mal di mare per i cinque giorni passati sul Mediterraneo, sono stati soccorsi quattro giorni fa e alcuni sono stati trasbordati due volte. Alcuni hanno fratture o contusioni dovute alle torture subite in Libia, vi sono anche casi di stress post-traumatico dovuto alle torture subite».
Alcuni hanno raccontato ai soccorritori che gli era stato promesso che sarebbero stati imbarcati su una nave sicura e poi invece sono stati portati in spiaggia e costretti sotto la minaccia dei fucili Kalashnikov a imbarcarsi sui gommoni.
Le operazioni di accoglienza sono state coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria e si sono svolte al solito posto, non è ancora pronto infatti il centro di accoglienza temporaneo in costruzione sul molo esterno del Porto. Sul posto è giunto il prefetto Michele di Bari. In giornata saranno tutti i migranti saranno collocati nelle strutture individuate secondo un piano di riparto del Ministero dell’Interno. Si tratta del primo sbarco dell’era Salvini, il neoministro dell’Interno. La macchina dell’accoglienza è ben rodata e tutto si è svolto perfettamente in linea con i tanti sbarchi già avvenuti sullo stesso molo.
«Il sistema ha retto – ha affermato il prefetto rispondendo alle domande dei giornalisti – perché Reggio come tutti i porti d’Italia che in passato hanno accolto migranti ha un protocollo già collaudato».
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