Reggio Calabria. Abbiano ritenuto giusta, corretta ed opportuna la presa di posizione assunta da Don Ciotti e dalle altre Associazioni che hanno aderito alla iniziativa: “una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità” e, per questo, anche noi a Reggio abbiamo voluto organizzare un momento di riflessione e di protesta per quello che sta accadendo.
Non possiamo e non vogliamo rimanere impassibili davanti alla strage di bambini che quotidianamente muoiono nel tentativo di sfuggire da guerre, fame, sete, provocate peraltro dai paesi occidentali, ricchi, dai poteri capitalistici e finanziari che cinicamente da un lato creano condizioni di guerra e di fame nei paesi africani per sottrarre beni primari e dall’altro, poi, con un cinismo da far paura, si rifiutano di salvare queste vite umane in fuga.
E così, in maniera davvero disumana, il Mar Mediterraneo ci consegna i corpi senza vita di decine di bambini, donne inermi e siamo costretti a sentire risposte crudeli come quella del Ministro Salvini che si limita a dire “chiudo i porti” (senza, peraltro, averne la competenza) o analoghe prese di posizione di Governi europei come l’Austria, il Ministro dell’interno Tedesco e i paesi dell’Est Europeo.
Ma l’Europa non doveva essere l’Europa della solidarietà dei Popoli? Quell’Europa nata dalle ceneri del Nazismo che invece di essere esempio di democrazia e libertà come lo è stato per decenni ridiventa ostaggio di polusimi xnofobi.
No, noi come Don Ciotti, la Presidente dell’ANPI e per fortuna tanti altri, vogliamo ripercorrere quelli che sono i principi ed i valori della nostra Costituzione della quale da sempre siamo stati fieri difensori. Per queste ragioni, domani – sabato 7 luglio, alle ore 11,30 – ci troveremo All’Arena dello Stretto e poseremo un fascio di garofani rossi in ricordo dei bambini che sono morti nel Mediterraneo e che portroppo continueranno a morire se non si pone un argine a questa deriva antidemocratica ed antilibertaria.
Ovviamente tutti con addosso una maglietta rossa come quella che aveva addosso il piccolo Alan e gli altri 3 bambini morti pochi giorni fa.
Lorenzo Fascì