Operazione Via col vento. In casa del sindaco Scalfaro sequestrati 28 mila euro in cassaforte

Il primo cittadino di Cortale agli arresti domiciliari per induzione indebita a dare o promettere utilità

Da sinistra: Romano, Lombardo, Bombardieri

Da sinistra: Romano, Lombardo, Bombardieri

Reggio Calabria. Il sindaco di Cortale in provincia di Catanzaro, Francesco Scalfaro, è stato arrestato (agli arresti domiciliari) stamani dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione Via col vento, con l’accusa di “induzione indebita a dare o promettere utilità“, reato previsto dall’articolo 319 quater del codice penale (prima dell’intervento legislativo era punito il reato di concussione all’art. 317). Secondo l’accusa formulata dalla DDA di Reggio Calabria, il primo cittadino “abusando della sua qualità e dei suoi poteri di Sindaco del comune di Cortale, induceva Evalto Giuseppe quale “referente di zona” della Nordex (soggetto non punibile trattandosi di fatto commesso prima dell’entrato in vigore della L 6.11.12 n. 109) a promettergli indebitamente l’assunzione di tre operai, quale ricompensa per non aver creato problemi nell’iter amministrativo di approvazione dei lavori di costruzione del cd. “by pass di Cortale” (opere necessarie per permettere ai mezzi pesanti il trasporto degli aerogeneratori NORDEX N90 dal porto di Crotone al parco eolico di Amaroni); a fronte del ritardo nell’assunzione, poneva poi in essere atti pregiudizievoli per la Nordex (quali ad esempio la chiusura del transito per dieci giorni di una strada, abitualmente percorsa dai camion che lavoravano per la Nordex, appena fuori dal centro abitato di Cortale“.

Gli inquirenti, a proposito del sindaco Scalfaro, nella richiesta cautelare puntano il dito sulla “sicurezza e la tranquillità da criminale navigato con la quale tratta e si rapporta con l’Evalto e i suoi sodali: pur al cospetto di ‘ndranghetisti di livello, egli non “abbassa la testa” (come ad esempio fatto dai manager Nordex), ma decide scientemente di porsi al loro servizio, quasi su un piano di parità, e di volgere la situazione a proprio favore richiedendo l’assunzione di tre lavoratori. La tranquillità, l’assenza di scrupoli e cautele, la tenacia con la quale persegue il proprio obiettivo sono senz’altro indice – proseguono i pm – di una abitudine e di una non occasionalità al delitto descritto in imputazione: sembra quasi che abbia elevato l’abuso della pubblica funzione a regola di vita posto che non esita ad “imporre la propria legge” anche a soggetti pericolosi e fino a quel momento per lui sconosciuti“.

Il giudice per le indagini preliminari che ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti del sindaco, nel valutare le esigenze cautelari osserva: “La disinvoltura con cui il sindaco Scalfaro conduce da protagonista trattative con esponenti di sodalizi mafiosi induce a ritenere come non si tratti di condotte occasionali, deponendo, di converso, per comportamenti assunti dall’indagato a vero e proprio habitus costituente un allarmante indice sintomatico del pericolo di recidiva“.

Ad ogni modo va chiarito che il sindaco Scalfaro non è accusato di mafia, né di reato con aggravante mafiosa, il gip di Reggio Calabria, Maria Cecilia Vitolla, ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Lamezia Terme, competente per territorio. Stamani durante le fasi dell’esecuzione dell’ordinanza i militari hanno sequestrato in casa del sindaco, nella cassaforte, la somma di 28 mila euro in contanti, suddivisi in cinque mazzette. Sono in corso approfondimenti per chiarire la natura di quel denaro.

Fabio Papalia

Francesco Scalfaro
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