Reggio Calabria. Tutti assolti per non aver commesso il fatto. È terminato con una sentenza assolutoria per tutti gli imputati il processo celebrato con rito abbreviato dinnanzi al gup Antonino Foti scaturito dall’operazione Kalanè, condotta nel luglio 2016 dalla Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Francesco Rattà. Nel mirino degli investigatori due episodi criminali che ebbero come teatro la periferia nord della città: il tentato omicidio di Antonino Princi, avvenuto il 9 febbraio 2016 sulla Gallico-Gambarie, e il duplice agguato avvenuto nella notte del 4 aprile 2016, in cui rimase ucciso Domenico Polimeni e gravemente ferito Giuseppe Greco.
Deceduto in carcere Giuseppe Greco, gli altri imputati
Il principale imputato, Giuseppe Greco, figura chiave nella ricostruzione dell’accusa, è morto in carcere circa un mese fa. Gli altri imputati erano i fratelli Antonio e Giuseppe Falcone, difesi dagli avvocati Antonio Managò e Giuseppe Alvaro, Antonino Princi, difeso dall’avvocato Ugo Singarella, e Domenico Provenzano, difeso dagli avvocati Giuseppe Minniti e Pasquale Foti.
Il tentato omicidio e il duplice agguato con un morto e un ferito
Secondo l’impianto accusatorio bocciato oggi dal gup, i due delitti sarebbero maturati nel contesto di un conflitto scaturito in seno alla famiglia Greco, per l’affermazione della leadership e del dominio criminale nel piccolo Comune di Calanna, con l’ascesa al potere criminale di Antonino Princi, il quale, approfittando dell’assenza dalla Calabria di Giuseppe Greco e del periodo di collaborazione con la Giustizia che quest’ultimo aveva avviato dopo il suo arresto nell’ambito dell’Operazione “Meta”, avrebbe accentrato su di sé il controllo delle attività illecite nella zona di Calanna e Sambatello, feudo storico ed incontrastato della famiglia Greco, alla quale Princi è legato anche da rapporti di parentela.
L’inseguimento fin dentro l’impianto di rifiuti e il duplice agguato
Il primo fatto di sangue avvenne in frazione Sambatello di Reggio Calabria il 9 febbraio 2016 con il tentato omicidio ai danni di Antonino Princi cl. 1971 (che si salvò sfondando con l’auto il cancello dell’impianto di rifiuti – le fasi concitate vennero immortalate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza dell’impianto). Secondo gli inquirenti il tentato omicidio ai danni di Princi sarebbe stato compiuto da Giuseppe Greco, che avrebbe agito aiutato da Domenico Provenzano.
Quasi due mesi dopo, il 3 aprile 2016, l’agguato da cui derivò l’omicidio di Domenico Polimeni cl. 1968 ed il tentato omicidio di Giuseppe Greco cl. 1960, avvenuto in contrada Sotira di Sambatello di Reggio Calabria, presso l’abitazione sita sulla Strada Provinciale 184 Gallico/Gambarie, km 8, nr. 215. Domenico Polimeni fu attinto mortalmente da alcuni colpi di fucile caricato a pallettoni, mentre Giuseppe Greco rimase ferito in maniera non grave. Al momento dell’agguato, le vittime si trovavano all’interno di un’abitazione rurale condotta in locazione da Polimeni, ubicata di fronte al palazzo della famiglia mafiosa dei Greco di Calanna. Secondo gli inquirenti il duplice agguato sarebbe stato organizzato da Antonino Princi (la vittima del primo tentato omicidio) ed esecutori materiali sarebbero stati i fratelli Antonio e Giuseppe Falcone di Pettogallico, frazione di Reggio Calabria.
Le richieste del Pubblico Ministero
Il pm Walter Ignazitto aveva invocato l’ergastolo per i fratelli Falcone e per Antonino Princi (ritenuti rispettivamente presunti esecutori e mandante del duplice agguato in cui fu ucciso Polimeni e ferito Greco), e pene superiori a 10 anni per Giuseppe Greco e Domenico Provenzano (ritenuti presunti responsabili del tentato omicidio di Antonino Princi).
L’assoluzione, ordinata la scarcerazione di Provenzano.
Nel mandare assolti tutti gli imputati, il gup ha ordinato l’immediata scarcerazione di Domenico Provenzano, l’unico che era ancora sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere. All’udienza di oggi, celebrata al Cedir, oltre ai difensori degli imputati era presente l’avv. Raffaella Crucitti e la parte civile Maria Grazia Tripodo.
Fabio Papalia