Reggio Calabria. Tra le iniziative intraprese nella provincia di Reggio Calabria, nell’ambito della direttiva del Ministro dell’Interno del 23 aprile 2014 denominata “Focus ‘ndrangheta – piano d’azione nazionale e transnazionale”, particolare rilievo assume l’attività di contrasto ai fenomeni del caporalato e del lavoro nero che costituiscono una delle piaghe storiche del territorio. Più marcati nella Piana di Gioia Tauro, ma presenti anche nell’area della Locride, tali fenomeni danno luogo a forme di sopraffazione e di sfruttamento di lavoratori, per lo più immigrati.
Nel corso di molteplici riunioni di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica è stata pianificata una strategia operativa di contrasto e prevenzione che ha consentito di conseguire importanti risultati. I servizi interforze contro il caporalato, svolti con criterio settimanale da personale di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia metropolitana, Azienda sanitaria provinciale e Ispettorato del Lavoro, hanno interessato soprattutto la Piana di Gioia Tauro e segnatamente i Comuni di Gioia Tauro, Laureana di Borrello, San Giorgio Morgeto, San Ferdinando, Melicucco, Maropati, Rizziconi, Serrata, Candidoni, Cittanova, Rosarno, Varapodio, Taurianova, Polistena, Cinquefrondi e Anoia, e anche la Locride, in particolare nel territorio dei Comuni di Bovalino, Benestare, Bianco, Platì, Sant’Ilario dello Jonio e San Giovanni di Gerace. Le aziende controllate operano per lo più nel comparto agricolo e della trasformazione agro-alimentare e nel settore edile, dove più forte è l’impiego di immigrati.
Tale attività ha consentito di ottenere importanti risultati, infatti dal primo febbraio 2015 ad oggi sono state sanzionate aziende per un ammontare complessivo di 2.450.190 euro per infrazioni sulla normativa sul lavoro, 718 le aziende controllate, 59 persone deferite all’autorità giudiziaria, 1640 le perquisizioni personali effettuate. Oltre alle violazioni in materia di igiene e sicurezza ex D.Lgs 81/2008, sono state contestate assunzioni in nero, sperequazioni tra quantità e qualità del lavoro tanto da configurare forme di sfruttamento ex art. 603 bis del codice penale.
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