Scambio sms con cosca Libri. Nota congiunta di Irene Calabrò, Anna Nucera e Lucia Anita Nucera

Le tre donne dell'esecutivo Falcomatà: «Bisogna indignarsi per il copione che cerca di ripetersi»

Giuseppe Falcomatà

Giuseppe Falcomatà

Reggio Calabria. «Per chi vuole restare lucido e obiettivo come bisogna essere davanti a manifestazioni di tifoseria politica che nulla hanno a che fare con la notizia giornalistica, offriamo due spunti di lettura». Così in una nota congiunta le componenti dell’esecutivo Falcomatà, Irene Calabrò, Anna Nucera, Lucia Anita Nucera, in merito alla vicenda dell’informativa dei Carabinieri del Ros nel fascicolo dell’indagine Theorema, riportata in un articolo pubblicato da “Il Fatto Quotidiano” a firma di Lucio Musolino, in merito alla quale lo stesso sindaco – che secondo quanto riportato dallo stesso quotidiano non è indagato – ha smentito qualsiasi “rapporto” con la cosca Libri (clicca qui per leggere).
«La notizia – proseguono le tre donne dell’esecutivo Falcomatà – riporta dei fatti e delle parole: per chi legge, la gravità del fatto prevale sulle parole. Si condanna lo scambio di poche righe di messaggio senza prestare attenzione al tentativo subdolo di chi, mostrandosi dalla tua parte, ti insinua e cerca di attecchire. Questo è accaduto! Le parole, invece, pesano più del gesto. “…piano piano riuscirò a fare tutto quello… l’ho fatto con l’amministrazione contraria voglio dire”. Bisogna indignarsi per il copione che cerca di ripetersi, per il marciume diffuso che infetta le persone sane, per la parte di Reggio che non vuole cambiare ed è assuefatta alle regole incrostate della ‘ndrangheta. Amministrare comporta tanti rischi e tra questi quello più indegno è l’esposizione a pubblico ludibrio, insensato e gratuito, di chi guarda il dito anziché la luna indicata dal saggio. Le parole pesano più dei fatti e la storia insegna che la folla sceglie sempre Barabba, il ladrone. Ma questa folla da quale parte vuole stare? Reggio a chi vuole credere? Saremo mai capaci di redimerci da questo vincolo culturale che ci vuole piegati e silenti? Metterci la faccia ogni giorno e continuare con gran fatica a raccogliere i cocci di questa città in frantumi è la migliore reazione – concludono Irene Calabrò, Anna Nucera, Lucia Anita Nucera – a quanti in queste ore si affannano a sentenziare con la convinzione che condannare gli altri renda liberi e puri».

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