Ex Polveriera. Completato lo sgombero, il Prefetto: «Ripristinata la legalità in un’area ad alto rischio»

Reggio Calabria. Stamattina il Comune, assistito dalle Forze di Polizia, ha provveduto al completamento dello sgombero delle famiglie residenti nelle baracche e nelle costruzioni fatiscenti site all’interno dell’area ex polveriera e al conseguente abbattimento delle stesse, in ottemperanza a quanto previsto nell’Intesa interistituzionale “Ex polveriera: dall’emergenza abitativa alla legalità percepibile”, sottoscritta lo scorso maggio presso questo Palazzo del Governo dal Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, dal Direttore dell’Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Prefetto Ennio Mario Sodano, dal Presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Maria Grazia Arena e dal Sindaco della Città di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
La finalità di detto Atto pattizio è quella di bonificare il sito dell’ex Polveriera di Ciccarello, caratterizzato da insediamenti abusivi di nuclei familiari, che vivevano in condizioni di precarietà dal punto di vista della sicurezza e dal punto di vista igienico-sanitario. Le operazioni di sgombero, iniziate lo scorso aprile, hanno registrato più di una difficoltà per la ritrosia di alcune famiglie a lasciare le proprie abitazioni in ordine al trasferimento negli immobili confiscati, destinati per tale finalità al Comune di Reggio Calabria dall’Agenzia dei Beni Confiscati. Durante l’ esecuzione delle ordinanze di sgombero, nella giornata odierna, non si sono registrate turbative all’ordine pubblico grazie all’opera delle Forze di Polizia, coordinate sapientemente dal Questore.
“La sinergia tra i vari enti ed organismi pubblici coinvolti nell’Intesa per la riqualificazione dell’ex polveriera ha consentito di ripristinare la legalità in un’area ad alto rischio, garantendo nello stesso tempo forme di tutela sociale e abitativa attraverso l’utilizzo di beni confiscati alla criminalità” ha dichiarato il Prefetto Michele Di Bari.

(foto d’archivio)

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