Arsenale a Cardeto. Sebastiano Fotia lascia il carcere e va agli arresti domiciliari

Giustizia martello

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Reggio Calabria. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Reggio Calabria, in accoglimento dell’istanza presentata dall’avv. Giuseppe Nardo, difensore di Sebastiano Fotia, cl. 87, di Cardeto, ha sostituito la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Fotia era stato arrestato nei mesi scorsi unitamente al padre ed al fratello perché, a seguito di una perquisizione in casa e nei terreni circostante la loro abitazione, originata nell’ambito di altro procedimento penale per estorsione, era stato trovato un vero arsenale. Infatti, in più nascondigli, alcuni realizzati all’interno di alcune case disabitate ed ubicate nelle immediate vicinanze di quella dei Fotia ed altri ricavati all’interno di profonde buche scavate e disseminate nei costoni montani presenti nei paraggi ed opportunamente celate alla vista e rese impermeabili agli agenti atmosferici, erano stati ritrovati 14 fucili di vario calibro, un migliaio di munizioni e diversi chili di polvere da sparo. L’ipotesi investigativa, ricavata anche sulla base dell’appartenenza del capo famiglia al noto casato di ‘ndrangheta dei Serraino, egemone sul territorio della montagna aspromontana, è che l’arsenale fosse tenuto a disposizione della cosca mafiosa. I Fotia però si sono sempre dichiarati estranei e all’oscuro della presenza delle armi. Ora, a seguito della chiusura delle indagini l’avv. Nardo ha sollecitato la scarcerazione di Sebastiano Fotia e il giudice, riconoscendo l’attenuazione delle originarie esigenze cautelari, per come prospettategli dalla Difesa, ne ha disposto la scarcerazione.

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Avv. Giuseppe Nardo
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