Concorso Dermatologia Ospedali Riuniti. Valeria Falcomatà in aula respinge le accuse

Imputata insieme al marito Demetrio Naccari Carlizzi, ex dirigenti e componenti della commissione concorsuale

La legge è uguale per tutti

La legge è eguale per tutti

Reggio Calabria. Valeria Falcomatà ha chiesto di rendere spontaneee dichiarazioni ed ha respinto le accuse. Oggi si è tenuta udienza nel processo dinnanzi al Tribunale che vede imputati l’ex sindaco facente funzioni di Reggio Calabria ed ex assessore regionale del Pd, Demetrio Naccari Carlizzi, e sua moglie Valeria Falcomatà, figlia dell’ex sindaco di Reggio Calabria Italo Falcomatà, nonché sorella dell’attuale sindaco Giuseppe. I due sono imputati dinnanzi al Tribunale in un processo per presunte irregolarità in relazione al concorso per l’assegnazione del posto di primario del reparto di Dermatologia degli Ospedali Riuniti, dov’è in servizio Valeria Falcomatà.
Lo scorso maggio il procuratore aggiunto Gaetano Paci ha invocato la condanna per marito (4 anni e 6 mesi) e moglie (2 anni e 6 mesi) per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater codice penale).
Nello stesso processo sono coinvolti ex dirigenti dell’azienda ospedaliera e componenti della commissione concorsuale, per i quali Paci ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione. Si tratta di Domenico Mannino (ex direttore sanitario), Paolo Vazzana, Iginio Postorino, Giuseppe Crisalli e Giuseppa Caserta; e a due anni di reclusione per Antonino Bonura, dirigente del dipartimento Sanità della Regione.
Secondo l’ipotesi accusatoria, il concorso a primario del reparto Dermatologia sarebbe stato “costruito a misura” affinché fosse assegnato a Valeria Falcomatà, ma si trasformò in un caso giudiziario a seguito della denuncia fatta da Maria Carmela Arcidiaco, anche lei medico nel reparto e aspirante primario, che aveva denunciato presunte irregolarità ai suoi danni. Nella sua denuncia, Maria Carmela Arcidiaco, che si è costituita parte civile ed è assistita dall’avv. Francesco Albanese, aveva sostenuto che la commissione aggiudicatrice era stata nominata per favorire Valeria Falcomatà.
All’udienza di oggi sono stati sentiti due testimoni, Leo Pangallo e il dott. Vincenzo Trapani Lombardo. Valeria Falcomatà ha respinto tutte le accuse nel corso delle dichiarazioni spontanee rese dinnanzi al tribunale. Lunedì prossimo l’udienza sarà dedicata alle discussioni degli avvocati. Il dispositivo della sentenza è atteso per il 23 novembre.

Fabio Papalia

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