Reggio Calabria. Aveva appena finito di spiegare il significato del termine inglese “troubleshooter” e ha dato una prova pratica di essere un abile “risolutore di problemi”. Marco Minniti stamattina ha presentato nella sala Monteleone di Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale, il suo libro intitolato “Sicurezza È Libertà” edito da Rizzoli.
Marco Minniti andò in India per risolvere il caso dei Marò: «Non si sapeva perché non avevo l’assillo di fare un post»
Durante l’incontro l’ex ministro dell’Interno, ma ancora prima per anni “esperto” dei servizi segreti italiani, ha raccontato un aneddoto – inserito nel primo capitolo del libro dedicato ai “risolutori di guai” – di quando era impegnato in India per risolvere il caso dei Marò. «Mentre io parlavo con il mio omologo indiano quando mi occupavo dei servizi di intelligence, parlavamo delle vicende dei Marò, quando sembrava che l’Italia non parlasse con gli indiani perché eravamo giustamente preoccupati del destino dei Marò in India, c’era qualcuno che parlava con gli indiani, e c’era qualcuno che magari andava anche in India, ma non si sapeva. Perché chi andava in India non aveva l’assillo di fare un post». Una frecciatina all’attuale ministro più “social” Matteo Salvini che gli ha fatto guadagnare uno scroscio di applausi. «Se io avessi fatto un post probabilmente non avrei agevolato la causa. E a un certo punto il mio omologo indiano mi manda un sms e mi dice “vedi Marco, noi siamo troubleshooters”. Il senso è che qualcuno combina un guaio, e poi c’è qualcuno che deve affrontare il tema di come risolverlo».
Scambia Mario Nasone con suo cugino Mimmo e sbaglia dedica, ma ripara subito al “guaio”
Al termine dell’incontro Minniti si è prestato al rito della firma con dedica delle copie del suo libro. Ed è stato allora che ha dato una prova pratica delle sue abilità di “troubleshooter”, stavolta però si è dimostrato un ottimo “risolutore” di un guaio che lui stesso aveva “combinato”. Forse la stanchezza per le tante copie già firmate, forse l’emozione della sua prima fatica letteraria, Minniti ha confuso Mario Nasone (presidente Agape e presidente regionale dell’osservatorio contro la violenza sulle donne) con suo cugino Mimmo (referente della segreteria nazionale di Libera – settore Giustizia). Una confusione che, in verità, capita spesso anche ad altri reggini vista la grande somiglianza tra i due.
Mario si è accorto dell’errore e ha tentato di avvisare Minniti: «Mario mi raccomando, non Mimmo», ma ormai la dedica era stata vergata sulla copertina del libro. Senza battere ciglio, l’ex ministro si è rivolto ai lettori ancora in fila per la dedica e ha chiesto «Chi si chiama Mimmo?». Bravura nel risolvere i guai, certamente, ma anche un pizzico di fortuna, un altro Mimmo si è fatto subito avanti. Con nonchalance Minniti ha preso dalle sue mani la copia del libro, e gli ha allungato quella con la dedica già firmata. Un altro problema risolto.
Fabio Papalia