Reggio Calabria. Con 6 condanne e 3 assoluzioni si è concluso il processo Trash celebrato con rito abbreviato. Il gup Mariarosaria Savaglio, in parziale accoglimento delle richieste del pm della DDA Stefano Musolino, il quale aveva invocato condanne per complessivi 121 anni di carcere per i nove imputati, con la sentenza ha mandato assolto Orazio De Stefano (per lui l’accusa aveva chiesto 13 anni) mentre ha condannato a venti anni di reclusione suo nipote, Paolo Rosario De Stefano.
L’indagine Trash
Il processo è scaturito dall’indagine Trash della Squadra Mobile, sfociata l’11 maggio 2017 con cinque fermi per presunti esponenti di vertice ed affiliati di rilievo della famiglia De Stefano di Reggio Calabria, ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa e varie estorsioni aggravate dalla circostanza di aver agevolato la cosca della ‘ndrangheta reggina.
L’indagine ha fatto luce sugli interessi economici e le modalità di infiltrazione nel lucroso settore imprenditoriale dello smaltimento dei rifiuti da parte della potente cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano, egemone nella città di Reggio Calabria, sia in seno alla società a partecipazione pubblica Fata Morgana – creata dal Comune per la raccolta dei rifiuti nel comprensorio dell’A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) n. 5 e dichiarata fallita in data 10.07.2012 – sia nel settore delle società private dell’indotto ad essa collegato.
Queste le decisioni del gup
Orazio De Stefano, assolto
Paolo Rosario De Stefano, 20 anni;
Paolo Caponera, 18 anni;
Giuseppe Praticò, 18 anni;
Andrea Saraceno, 14 anni;
Andrea Giungo, 14 anni;
Francesco Ferrara, assolto;
Andrea Maviglia, assolto;
Vincenzo Torino, 6 anni.
Fabio Papalia