Diciottenne morto carbonizzato nell’incendio della tendopoli di San Ferdinando

Suruwa Jaiteh era ospite dello Sprar gestito da Recosol, andava a trovare degli amici nella baraccopoli

Suruwa Jaiteh (il giovane morto nell'incendio nella tendopoli di San Ferdinando) premiato dal sindaco di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda al termine di un torneo di calcetto

Suruwa Jaiteh (il giovane morto nell'incendio nella tendopoli di San Ferdinando) premiato dal sindaco di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda al termine di un torneo di calcetto

San Ferdinando (Reggio Calabria). Un diciottenne del Gambia, di nome Suruwa Jaiteh, è morto carbonizzato nell’incendio che è divampato stanotte tra alcune baracche all’interno della vecchia tendopoli di San Ferdinando. L’incendio che si è sviluppato a mezzanotte, è stato domato dai vigili del fuoco del presidio permanente presso la vicina nuova tendopoli. Ancora non si conoscono le cause del rogo, si ipotizza che sia legato all’accensione di fuochi per riscaldarsi. Al momento non si escludono altre ipotesi. La Polizia del Commissariato di Gioia Tauro, diretto dal primo dirigente Diego Trotta, conduce le indagini.

Il precedente: donna morta nel rogo della tendopoli di San Ferdinando

Quasi un anno fa, il 27 gennaio 2018, un incendio di più vaste proporzioni, che poi si scoprì di natura dolosa, distrusse circa 200 baracche provocando la morte di una nigeriana di 26 anni, Becky Moses. La donna fino a qualche giorno prima, era inserita nei progetti Sprar attivati nel Comune di Riace dal sindaco Domenico Lucano. Ed è stato proprio il Comune di Riace a dare sepoltura alla donna morta nel rogo della tendopoli di San Ferdinando,

La vittima

Suruwa Jaiteh era regolare in Italia, titolare di permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il giovane era ospite dal centro di accoglienza di Gioiosa Jonica, gestito dalla “Rete dei Comuni solidali“, dove era domiciliato. Occasionalmente dormiva nella baraccopoli, dove aveva amici che ogni tanto andava a trovare.

«Anche ieri – ci spiega il responsabile di Recosol Giovanni Maiolo – è una tragica fatalità che si trovasse lì». «Suruwa – aggiunge Maiolo – seguiva un percorso di integrazione, a giorni avrebbe iniziato un tirocinio formativo. Giovedì scorso aveva partecipato a un laboratorio artistico». Maiolo era in Sicilia quando ha appreso la tragica notizia e sta tornando a Gioiosa per unirsi al dolore dei 75 migranti e degli operatori.

La riunione prefettizia

Insomma Suruwa non avrebbe dovuto trovarsi a San Ferdinando. Così come la stessa baraccopoli non dovrebbe esistere, dopo l’allestimento della nuova tendopoli. Ma quel non luogo è rimasto lì, e si continua a morire. Questa mattina alle ore 10:30 il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, ha convocato d’urgenza un “comitato per l’ordine e sicurezza pubblica” che si terrà nel municipio del Comune di San Ferdinando. La riunione del Cosp dovrà esaminare la situazione determinatasi a causa dell’incendio di ieri notte nella baraccopoli di San Ferdinando e la tragedia che si è consumata.

Fabio Papalia

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