‘Ndrangheta. Il procuratore Gratteri: «Criminalizziamo Calabria? Sciocchezza!»

Nicola Gratteri

Nicola Gratteri

Catanzaro. «In certi contesti e in certi convegni qualcuno ha detto che noi vogliamo criminalizzare la Calabria e in particolare Isola Capo Rizzuto: è una grande sciocchezza». Lo ha detto – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agi – il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare l’esito dell’operazione “Tisifone” contro alcune cosche di ‘ndrangheta del Crotonese.

«Nessuno come noi – ha aggiunto Gratteri – ama la Calabria. Noi siamo calabresi, siamo di questa terra. Io sono la prova vivente che non sono andato al Nord, e potevo farlo benissimo. Se qualcuno pensa che noi, denunciando la ‘ndrangheta, vogliamo criminalizzare la Calabria, si sbaglia, o sta facendo confusione, o non ha capito o non è in buona fede. Non accetto che si dica che questa Procura vuole criminalizzare la Calabria. Noi amiamo questa terra, e la prova è che non viviamo una vita normale per l’amore che abbiamo per questa terra, per quello che abbiamo fatto e per quello che vogliamo fare. Quindi – ha sostenuto il procuratore di Catanzaro – nessuno si permetta mai più di dire o pensare, nemmeno nel subconscio, che vogliamo criminalizzare la Calabria e in particolare Isola Capo Rizzuto, Tutti si facciano un esame di coscienza».

Gratteri ha poi aggiunto: «Noi amiamo questa terra e proprio per questo abbiamo messo i migliori uomini su quel territorio: e un minuto dopo l’operazione Jhohnny’ siamo andati avanti su questa indagine. Non ci fermeremo su nessun territorio: mentre prima si procedeva a macchia di leopardo per mancanza di uomini, mezzi e anche di organizzazione, oggi questo non accadrà più».
Nell’incontro con i giornalisti, il procuratore capo della Dda di Catanzaro ha, poi, evidenziato, che l’operazione “Tisifone” è «un episodio di un progetto, di un’idea. Oltre a quello con l’Arma dei Carabinieri e con la Guardia di Finanza, c’è un progetto che il capo della Polizia Gabrielli ha accolto con grande entusiasmo e ha sposato, con una costante vicinanza, al punto che mediamente ci incontriamo o ci sentiamo ogni 3-4giorni. E’ la riprova di come i vertici delle forze dell’ordine, e il capo della polizia nel caso di specie hanno preso a cuore questo Distretto. Questo è un gioco di squadra: da qui è partita una macchina che nessuno fermerà, a prescindere se ci sarà o no Gratteri. In tempi non sospetti – ha sostenuto ancora Gratteri – il capo della Polizia ha mandato nel Distretto di Catanzaro questori e investigatori di primis sono piano, ai vertici delle squadre mobili i migliori dirigenti italiani, che vivono di pane e lavoro: gente serissima, moto professionale, che non partecipa a salotti e non fa passeggiate in barca. La riprova della mia forza per portare avanti questa procura è dovuta a questi uomini e anche alla vicinanza dei dirigenti dello Sco e ai colleghi della Procura. Forse, in altri tempi, questa indagine non si sarebbe potuta fare, ma grazie ai colleghi, a partire da Vincenzo Luberto e da magistrati bravissimi che hanno scritto un fermo in due giorni, abbiamo ottenuto – ha concluso – un altro risultato».

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