L’industria musicale continua ad evolversi, trainata dalle innovazioni tecnologiche
A conferma di ciò, negli ultimi giorni sono arrivati i dati ufficiali aggiornati al 2017, anno in cui il mercato discografico è dato in crescita per il terzo esercizio consecutivo, con un incremento dell’8,1% rispetto all’anno precedente.
Uno sviluppo in cui lo streaming ha – come vedremo – svolto un ruolo da padrone, considerato che la fruizione dei contenuti musicali passa proprio sempre di più mediante questa tecnologia. Ma andiamo con ordine e, grazie a un’infografica realizzata da Recovery Data, riassumiamo in che modo si sta evolvendo l’industria della musica globale proprio grazie allo streaming.
Ricavi, lo streaming supera i supporti fisici
Il primo dato che salta all’occhio è certamente quello della provenienza dei ricavi. Nel 2017 si è infatti verificato l’atteso sorpasso dello streaming ai danni dei supporti fisici, considerato che lo streaming pesa oggi per il 38% dell’intero fatturato musicale (5,6 miliardi di dollari, in aumento del 41,1% rispetto all’anno precedente), mentre il contributo dei supporti fisici è sceso al 30% (4,5 miliardi di dollari, in diminuzione del 5,4% rispetto al 2016).
Tra le altre principali fonti di ricavi spicca quella dei download, a cui è riconducibile il 16% del fatturato (2,4 miliardi di dollari, in flessione del 20,5% rispetto all’anno precedente), mentre il rimanente 16% è suddiviso tra le restanti fonti.
Il boom dello streaming
Dunque, l’industria musicale è in crescita. Ed è in crescita proprio grazie al boom dello streaming, i cui ricavi nel 2017 – come abbiamo visto – sono saliti a quota 5,6 miliardi di dollari su un totale di 14,9 miliardi di dollari. In Italia la situazione è ancora più favorevole per lo streaming, considerato che nel nostro Paese questo comparto assorbe il 45% dei ricavi complessivi, 7 punti percentuali in più rispetto a quanto registrato a livello globale.
Peraltro, proprio nel nostro Paese si è verificata un’accelerazione piuttosto interessante dei ricavi dello streaming, che se fino al 2016 erano paragonabili a quelli mondiali, nel più vicino 2017 hanno sperimentato una vera e propria spinta propulsiva.
A conferma di ciò, si dia uno sguardo a quanto ottenuto negli ultimi 4 anni (fa eccezione il 2018, per cui non ci sono ancora dati ufficiali). Nel 2014 i ricavi globali dello streaming crescevano del 35,5% contro il 30,5% dell’Italia, mentre nel 2015 l’incremento è stato quasi uguale (mondo: 47,6%, Italia: 48,38%), così come nel 2016 (mondo: 65,1%, Italia: 63,99%). Si giunge infine al 2017, anno in cui mentre a livello mondiale lo streaming è cresciuto del 41,1%, nel nostro Paese incrementava di ben il 65,53%.
Complessivamente, emerge che oggi 176 milioni di utenti pagano un servizio di streaming, e che il 55% della musica in streaming viene fruita tramite video.
Infine, un ascoltatore su quattro dichiara di non pagare un servizio streaming perché può trovare tutto su YouTube: un dato che, immaginiamo, nel corso del prossimo futuro, potrebbe essere destinato a diminuire.