Reggio Calabria. Il gup Giovanna Sergi, accogliendo la richiesta del pm Walter Ignazitto, ha rinviato a giudizio il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e altri 10, tra cui assessori e dirigenti comunali, coinvolti nel “caso Miramare”.
Insieme al sindaco sono imputati il segretario generale Giovanna Acquaviva e l’allora dirigente Maria Luisa Ada Spanò, gli attuali ed ex assessori comunali Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti, nonché il presidente dell’associazione onlus “Il Sottoscala”, Paolo Zagarella. Per tutti loro l’udienza dinnanzi al tribunale collegiale inizierà il 18 aprile.
L’ex assessore Angela Marcianò, anche lei coinvolta nell’indagine della Procura, ha già scelto invece di essere giudicata col rito abbreviato, per lei l’udienza si terrà a marzo.
Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica
Per tutti l’ipotesi accusatoria sostenuta dalla Procura è di abuso d’ufficio e falsità materiale e ideologica commesse da pubblico ufficiale in atti pubblici, relativamente alla delibera con cui nel 2015 fu ammessa la proposta della onlus per l’utilizzo del piano terra del palazzo “Miramare”, albergo di proprietà del Comune, immobile che sempre secondo l’accusa era già stato di fatto affidato a Zagarella con la consegna delle chiavi.
Il Miramare per ricambiare il favore della segreteria politica
In particolare secondo l’accusa il sindaco Falcomatà, difeso dagli avvocati Marco Panella ed Ezio Laganà, avrebbe omesso di astenersi in presenza di un interesse proprio, ed anzi attraverso la delibera avrebbe agevolato un soggetto a lui legato da un rapporto di pluriennale amicizia e avrebbe ricambiato l’analogo favore ricevuto dallo stesso Zagarella che in occasione delle precedenti elezioni amministrative gli aveva concesso in uso gratuito un proprio immobile da destinare a sede della segreteria politica.
Fabio Papalia