Per voi il mondo del whisky è tutto uguale? Non sapete che differenze ci siano tra Single malt Scotch whisky, un ottimo Lagavulin scotch e un bourbon? Non è grave ma… se volete fare una bella figura nella scelta di tali liquori, forse è meglio correre ai ripari!
Cominciamo con il rammentare che lo Scotch Single Malt Whisky è un liquore prodotto esclusivamente con malto, attraverso un processo particolarmente lungo che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) avvenire in Scozia, con doppia distillazione (a volte altre tre), affinamento in botte di almeno 3 anni. Diverso è lo Scotch Blended Malt Whisky, come il Johnnie Walker e il Big Pit, nato da una miscela di Single Malt. Ancora differente è il Single Grain Scotch Whisky, prodotto non solo con il malto al 100%, ma con l’integrazione tra malto e altri cereali, per ottenere un distillato più fresco e leggero. Al livello più basso di questa graduatoria troviamo poi i Blended Scotch Whisky, con miscela varia, per poter aggredire con maggiore gradimento un mercato di massa.
Fin qui, i whisky scozzesi. Si parla invece di Irish Whisky per riferirsi al distillato irlandese, evidentemente diverso rispetto al vicino scozzese: non si tratta quasi mai di torbato, mentre il numero di distillazioni è generalmente pari a 3, garantendo un assetto differente di sapori e di profumi. La distillazione è tradizionalmente mista.
Arriviamo poi agli American Whisky, un mondo al cui interno è possibile trovare varie declinazioni. Abbiamo per esempio il Bourbon, con almeno il 51% di grano e invecchiamento in botti di quercia americana carbonizzata: maggiore è la quantità di grano e più morbido sarà il distillato (non si supera comunque di solito l’80%). Simili regole per il Rye, con una quota di almeno il 51% di segale, e invecchiamento in botti di quercia americana carbonizzata. Come poi non compiere un breve cenno al Tennesse Whisky, come il Jack Daniels? In questo caso il sapore ricorda quello di un bourbon, con filtrazione sui carboni tale da rendere il prodotto più carico di sapori affumicati.
Spostandoci poi altrove, possiamo ben individuare il whisky giapponese, spesso di altissima qualità, a volte torbati, dal sapore delicato e morbido, o ancora il whisky canadese, poco cristallino, generalmente a base di malto con aggiunta di grano, invecchiamento minimo di 3 anni e poi aromatizzato in riferimento alle tendenze adottate dalla distilleria.
Insomma, come potete ben scorgere, il mondo dei whiskey è piuttosto vario e diversificato, e ben in grado di soddisfare tutte le esigenze da parte dei palati anche più sofisticati. Il nostro suggerimento è quello di approfondire volta per volta, in fase di acquisto, quali sono le declinazioni e le note caratteristiche da parte di ciascuna scelta, facendosi magare consigliare da un esperto. Siamo sicuri che in questo modo riuscirete a individuare un acquisto più appropriato per le proprie esigenze, cogliendo ogni sfumatura e iniziando ad appassionarvi verso un contesto che è in grado di offrire tantissime soddisfazioni… sempre nel rispetto di una bevuta consapevole!