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Home Reggio Calabria Cronaca

‘Ndrangheta in Lombardia: tutti i nomi e i dettagli sui 19 arresti dei Carabinieri e del Ros

Operazione Papa: imprenditori lombardi del settore ortofrutticolo ricercavano volontariamente le prestazioni di "recupero crediti"

by newz
11 Marzo 2019
in Cronaca, Lombardia, Primo Piano
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Carabinieri

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Brescia. “Operazione Papa” dei Carabinieri contro la ‘ndrangheta in Lombardia. Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Bergamo stanno dando esecuzione in Lombardia e Calabria a 19 provvedimenti cautelari emessi nei confronti di appartenenti a un sodalizio ‘ndranghetistico operante nella regione.
L’indagine è stata avviata dal R.O.S. nel marzo 2016 ed ha preso spunto da quella condotta dal dicembre 2015 dal Comando Provinciale Carabinieri di Bergamo a seguito di un incendio doloso avvenuto presso una società di autotrasporti, riconducibile ad un imprenditore bergamasco, che interessava numerosi automezzi pesanti.
Dai primi approfondimenti investigativi emergeva una forte attività concorrenziale tra la vittima ed una seconda società, anch’essa avente per oggetto sociale il trasporto di merci per conto terzi e gestita, di fatto, da un pregiudicato calabrese.
Le due imprese svolgevano difatti attività di trasporto in regime di concorrenza per conto di una terza società operante nel settore ortofrutticolo che, nel gennaio 2016, decideva di ridefinire i propri rapporti commerciali affidando tutto il pacchetto lavori ad un’unica impresa di trasporti. Per raggiungere tale obiettivo quest’ultima impresa interessava le aziende che fino a quel momento avevano operato per conto di essa chiedendo a ciascuna un preventivo per affidare alla migliore offerente l’intera gestione del trasporto merci.

In tale contesto, nel febbraio 2016, i Carabinieri di Bergamo hanno avviato attività tecnica nei confronti di dei due imprenditori del settore autotrasporti captando una serie di conversazioni da cui si evinceva il coinvolgimento di alcuni soggetti di origine calabrese, giunti a Bergamo col fine di favorire uno dei due nell’aggiudicazione dell’appalto privato.
I calabresi, successivamente identificati in Carmelo Caminiti (reggino di 58 anni) e Antonio Pizzi (reggino di 51 anni), risultavano entrambi intranei alla consorteria mafiosa dei De Stefano. In particolare il primo, gravato da numerosi precedenti penali anche di carattere associativo, è genero di Michele Franco (alias “il piccoletto” di 71 anni nato ad Anoia e residente nel quartiere reggino di Pellaro) e cognato di Carmelo Consolato Murina (55enne reggino residente anche’egli a Pellaro), mentre il secondo, benché immune da precedenti di polizia, annovera a suo carico varie frequentazioni con persone pregiudicate e dall’attività tecnica condotta è risultato muoversi unitamente a Carmelo Caminiti con funzioni di gregario.

Le indagini del Ros si focalizzano su Carmelo Caminiti: funzioni di “recupero crediti” per una società bergamasca

Mentre l’Arma territoriale proseguiva nell’attività d’indagine relativa all’incendio doloso, il R.O.S. ha focalizzato la manovra investigativa sulla figura di Carmelo Caminiti appurando, mediante attività tecnica, come lo stesso svolgesse la funzione di “recupero crediti” per conto di un’altra società bergamasca operante nel settore dell’ortofrutta (F.LLI SANTINI S.r.l. con sede legale a Seriate-BG) in particolar modo gestendo i rapporti con i due fratelli titolari (Alessandro e Carlo Santini, entrambi bergamaschi rispettivamente di 56 e 62 anni).
In tale contesto il Ros ha avuto modo di riscontrare che Caminiti non solo era subentrato nell’agire illecito all’indomani dell’arresto del suo socio in affari Paolo Malara (attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Catanazaro in attesa di giudizio; arresto il 10 dicembre 2014 a Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione Il Padrino riguardante 25 soggetti accusati di reati associativi. Anch’egli secondo l’accusa affiliato alle famiglie Tegano e De Stefano), ma intratteneva numerosi rapporti con imprenditori commercialmente legati ai Santini, volti a far rientrare i crediti vantati da questi ultimi attraverso l’applicazione di metodologie tipicamente ’ndranghetiste tali da configurare anche i reati di estorsione commessa in un vero e proprio contesto di associazione a delinquere di tipo mafioso.

La prosecuzione dell’attività investigativa svolta dal R.O.S. ha consentito di accertare come Carmelo Caminiti, muovendosi tra la Calabria e la Lombardia unitamente ad altri soggetti che di volta in volta sono stati identificati (BATTAGLIA Demetrio Andrea, CAMINITI Carmelo cl 1986, CAMINITI Michele Fabio, FRANCO Anna Maria, MALARA Paolo, PIZZI Antonio, PIZZIMENTI Antonio Francesco, SCHICCHITANI Maurizio, MALARA Sergio, RAGO Antonio, SARICA Felice) fosse referente qualificato di un’organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetista dedita alle attività di recupero crediti e di estorsione.
La costanza nel monitoraggio dello stesso ha fatto inoltre emergere un modus operandi ormai particolarmente rodato che vedeva imprenditori lombardi operanti nel settore del commercio ortofrutticolo (SANTINI Alessandro, SANTINI Carlo) ricercare volontariamente le prestazioni d’opera dei predetti associati al fine di rientrare da posizioni creditorie verso terzi, nella piena consapevolezza che l’atteggiamento dei recuperatori si andava inserendo in una condotta tipicamente mafiosa e violenta.

Le acquisizioni investigative dell’Arma bergamasca e del Raggruppamento hanno consentito alla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia di:

  • fare piena luce sull’attentato incendiario perpetrato ai danni dell’impresa di trasporti di Seriate (BG) i cui responsabili sono stati individuati in Giuseppe Papaleo quale mandante, Domenico  Lombardo, Mauro Cocca, Giovanni Condò quali esecutori materiali e Vincenzo Iaria quale reclutatore di Condò e Cocca;
  • qualificare come un tentativo di estorsione aggravato dal metodo mafioso le condotte poste in atto dall’imprenditore di trasporti di Seriate (BG) quale mandante; CAMINITI Carmelo cl. 61, PIZZI Antonio e RAGO Antonio, quali autori materiali delle minacce ai danni di PAPALEO Giuseppe per costringerlo a rinunciare al suo rapporto privilegiato con la società ortofrutticola;
  • cristallizzare l’esistenza di un’associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetista operante sul territorio nazionale ed in particolare nel distretto della corte d’appello di Brescia 22 , caratterizzata da autonomia programmatica, operativa e decisionale rispetto ad altre cosche calabresi (FRANCO e TEGANO-DE STEFANO) cui risultava legata da rapporti soggettivi e federativi, con la finalità di commettere plurimi delitti contro il patrimonio e la persona quali estorsioni, violenze e minacce, costituita dai sottonotati personaggi:
  • MALARA Paolo: promotore, organizzatore e capo dell’associazione, si occupava di compiere le estorsioni mediante la forza di intimidazione derivante dalla sua appartenenza alla ‘ndrangheta, acquisendo profitti che venivano riversati a favore dell’associazione, anche mediante la ricarica delle carte Postepay intestate agli associati; anche nel corso della sua detenzione – iniziata nel dicembre 2014 a seguito di ordinanza di custodia cautelare – egli mantiene i contatti con gli associati tramite il fratello MALARA Sergio e contribuisce alla prosecuzione del programma criminoso, ricevendone parte dei profitti;
  • CAMINITI Carmelo cl. 61: promotore, organizzatore e capo dell’associazione, si occupava di compiere le estorsioni mediante la forza di intimidazione derivante dalla sua appartenenza alla ‘ndrangheta, acquisendo profitti che venivano riversati a favore dell’associazione, anche mediante la ricarica delle carte Postepay intestate agli associati, nonché di dirigere i partecipi nella esecuzione dei compiti loro affidati;
  • BATTAGLIA Demetrio Andrea: partecipe, si occupava di dare ausilio a MALARA e CAMINITI nella esecuzione delle estorsioni, recandosi dalle vittime, sollecitando e/o facendosi consegnare dalle stesse delle somme di denaro, ricevendo dagli altri partecipi o riversando loro somme di denaro mediante ricarica delle rispettive carte Postepay; si occupava altresì di fare da autista a CAMINITI Carmelo cl. 61, di tenere sempre informato il predetto sull’andamento degli affari illeciti, compiuti anche in unione con altri partecipi (quale CAMINITI Carmelo cl. 86), e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo, di cui risulta a diposizione;
  • SCICCHITANI Maurizio: partecipe, si occupava di dare ausilio a MALARA e CAMINITI nella esecuzione delle estorsioni, recandosi dai mandanti e dalle vittime, sollecitando e/o facendosi consegnare dalle stesse delle somme di denaro, ricevendo dagli altri partecipi o riversando loro somme di denaro mediante ricarica delle rispettive carte Postepay; si occupava altresì di fare da autista a CAMINITI Carmelo cl. 61 e di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • PIZZIMENTI Antonio Francesco: partecipe, si occupava di dare ausilio a CAMINITI nell’esecuzione delle estorsioni, recandosi su sua indicazione presso le vittime a riscuotere somme di denaro per conto del sodalizio ovvero a sollecitarne la dazione e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • PIZZI Antonio: partecipe con il compito di fare da autista di CAMINITI Carmelo cl. 61, che accompagnava in auto in tutti i suoi spostamenti al centro-nord Italia finalizzati a commettere le estorsioni, e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • CAMINITI Carmelo cl. 86 (nipote di Carmelo cl. 61): partecipe, si occupava di accompagnare lo zio nei suoi viaggi al centro-nord Italia finalizzati alla commissione delle estorsioni, di riscuotere dalle vittime delle estorsioni i proventi illeciti, di ricevere sulla sua carta Postepay i proventi delle estorsioni compiute dagli altri appartenenti all’associazione, di tenere aggiornato lo zio sull’andamento degli affari illeciti compiuti anche dagli altri partecipi e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • CAMINITI Michele Fabio (figlio di Carmelo cl. 61): partecipe, si occupava di accompagnare il padre nei suoi viaggi al centro-nord Italia finalizzati alla commissione delle estorsioni, di ricevere sulla sua carta Postepay i proventi delle estorsioni, o mediante ricariche effettuate direttamente dalle vittime o mediante versamenti eseguiti dai correi, di tenere informato il padre sull’andamento dell’attività illecita e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • FRANCO Anna Maria (moglie di CAMINITI Carmelo cl. 61): partecipe, si occupava di dare ausilio al marito nella commissione delle estorsioni, riepilogando i conteggi relativi alla contabilità illecita, facendogli pervenire tale contabilità per consentirgli di portare a termine le attività illecite al nord Italia e ; ricevendo altresì sulla sua carta Postepay i proventi delle estorsioni compiute dagli altri appartenenti all’associazione.
  • Riscontrare il compimento di più azioni estorsive aggravate dal metodo mafioso quali partecipi dell’associazione precedentemente descritta, nei confronti dei creditori della società FRATELLI SANTINI S.r.l. da parte dei sotto indicati soggetti:
  • i fratelli SANTINI quali mandanti;
  • MALARA Paolo (sino al dicembre 2014), CAMINITI Carmelo cl. 61, CAMINITI Carmelo cl. 86, SCICCHITANI, BATTAGLIA, PIZZIMENTI quali esecutori materiali;
  • PIZZI quale autista di CAMINITI Carmelo cl. 61;
  • MALARA Palo (dal dicembre 2014), CAMINITI Michele Fabio e FRANCO Anna Maria quali agevolatori dell’attività illecita e ricettori di alcune rimesse estorsive;
  • MALARA Sergio quale agevolatore dell’attività illecita mediante i contatti carcerari con il fratello Paolo detenuto;
  • accertare il riciclaggio aggravato dal metodo mafioso da parte di CAMINITI Carmelo cl. 86, CAMINITI Michele Fabio, FRANCO Anna Maria i quali ricevevano sulle proprie carte Postepay somme di denaro provento dei delitti di estorsione;
  • comprovare l’intestazione fittizia di beni aziendali da parte di SARICA Felice al fine di eludere le  disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale.

In data 11.02.2019 il G.I.P. del Tribunale di Brescia ha emesso una ordinanza di custodia cautelare nei confronti 19 persone 23 a vario titolo implicate nelle fattispecie sopra descritte che, nella notte del 11.03.2019, sono state arrestate.

I nomi degli arrestati

custodia cautelare in carcere:

1. BATTAGLIA Demetrio Andrea ;
2. CAMINITI Carmelo cl. 86;
3. CAMINITI Michele Fabio;
4. FRANCO Anna Maria;
5. MALARA Paolo;
6. PIZZI Antonio;
7. PIZZIMENTI Antonio Francesco;
8. SANTINI Alessandro;
9. SANTINI Carlo;
10. SCICCHITANI Maurizio;
11. CAMINITI Carmelo cl. 61;
12. PAPALEO Giuseppe;
13. LOMBARDO Domenico;
14. CONDÒ Giovanni;
15. COCCA Mauro;
14. IARIA Vincenzo;

arresti domiciliari:

17. MALARA Sergio;
18. RAGO Antonio;
19. SARICA Felice.

Tags: 'ndranghetaarrestiBergamoBresciaCalabrialombardiaoperazione papareggio calabriaros
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