Cassano allo Jonio. Unità Cinofila Antiveleno in azione

Segnalati bocconi avvelenati, ispezioni in centro storico con i cani del Nucleo cinofilo antiveleno dei Carabinieri

Cassano allo Jonio-CS- unità cinofila antiveleno

Cassano allo Jonio (Cosenza). Il Reparto Carabinieri Parco di Rotonda, nei giorni scorsi, ha monitorato vaste aree del Parco Nazionale del Pollino grazie all’ausilio del proprio Nucleo Cinofilo Antiveleno, che ha sede presso la Stazione Carabinieri Parco di Cerchiara di Calabria e che ha prodotto in questi due primi mesi dell’anno 23 “Ispezioni Preventive” e 10 “Ispezioni d’Urgenza” come quella effettuata nei giorni scorsi a Cassano.

In particolare, l’U.C.A. (Unità Cinofila Antiveleno), formata nell’ambito del progetto “Life Pluto”, composta da un Conduttore coadiuvato da due Repertatori, con i suoi due fedelissimi cani, il Labrador “Thor” e il Pastore Belga Malinois “Kira”, ha ispezionato diversi luoghi montani dove la presenza del lupo appenninico risulta costante ed accertata.

 

Oltre a tali attività “Ispettive Preventive” che spesso vengono effettuate nell’area protetta, il Nucleo, a seguito della denuncia fatta da alcune associazioni animaliste su presunti avvelenamenti di cani randagi e gatti, ha effettuato  diverse accurate ispezioni anche nel centro  abitato di Cassano allo Jonio (CS), frazione Lauropoli, dove in collaborazione con la locale Tenenza  Carabinieri,  sono state percorse le strade dove in precedenza era stato segnalato l’abbandono di numerose esche e bocconi avvelenati, (Corso Laura Serra, Via Fiume, Via San Nicola, Via Teano e Via Genova).  Sono state inoltre ascoltate diverse persone informate sui fatti che hanno riferito circostanze utili alla ricostruzione degli eventi.

Il monitoraggio, effettuato con l’intento di prevenire e reprimere il reato di “uccisione di animali”, punito dal Codice penale con la reclusione sino a due anni, e il reato di “danneggiamento ed uccisione di animali altrui” punito anch’esso con la reclusione sino a quattro anni, ha inoltre lo scopo di evitare la contaminazione dei luoghi con materiale tossico e velenoso, anche questo atto penalmente perseguibile.

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