Reggio Calabria. Continua la presenza di Rom molesti all’interno del cimitero di Modena. Come spesso accade in concomitanza delle giornate di festa, in questo caso la festa del papà, si intensificano le segnalazioni di cittadini molestati da uomini e donne di etnia Rom all’interno del cimitero di Modena.
E’ di ieri l’ultima segnalazione di alcuni cittadini che, nel recarsi a portare un fiore ai loro cari verso l’ora di pranzo, sono stati infastiditi da un uomo di mezza età, di etnia Rom, il quale incurante del loro momento di raccoglimento davanti ai sepolcri li ha avvicinati chiedendo insistentemente la somma di dieci euro .
Un cittadino ha raccontato anche la scena di una coppia di anziani che al fine di interrompere la petulante insistenza dell’uomo hanno accondisceso alle sue richieste, dandogli il denaro, dopo essere stati seguiti lungo il vialetto dietro la chiesa. Pare che l’uomo non fosse solo, ma oltre alle solite donne che si collocano nei pressi dei cancelli chiedendo l’elemosina, altri Rom si aggirassero tra i viali e le tombe.
Tutto questo mentre il custode non era presente, ma aveva lasciato un bigliettino con il recapito in caso di emergenza.
Il cimitero di Modena già in passato era stato teatro di furti e aggressioni, al punto che gli stessi commercianti di fiori si erano lamentati della scarsa presenza di forze dell’ordine e della ormai dilagante sensazione di insicurezza dei cittadini i quali, a loro volta, ormai si attrezzano portando i soldi contati e talvolta lasciando le borse agli stessi commercianti. Tutto questo al fine di potersi concede un momento di raccoglimento senza avere il timore di essere derubati all’interno di un cimitero. Più volte i cittadini esasperati da questo stato di cose avevano chiesto l’installazione delle telecamere in quel luogo dove dovrebbe regnare la pace ed il silenzio, ma stando a quanto accaduto nuovamente ieri è evidente la difficoltà di trovare una soluzione efficace al problema.
Il cimitero dovrebbe essere un luogo di raccolta, di preghiera, un momento intimo per chi si reca a portare un pensiero, un fiore, un bacio su una fredda lapide di marmo. Chi si reca presso il sepolcro di un caro estinto è in quel momento vulnerabile perché si è spogliato del suo io terreno e prova a comunicare o a trovare conforto nei pressi di chi ormai non è più. Se viene meno il rispetto per i luoghi sacri o comunque di raccoglimento interiore, il problema non è più la deriva sociale e culturale, ma la cecità e l’impotenza di fronte al problema.
Salvatore De Blasio