Roma. Nicola Zingaretti è indagato dalla Procura di Roma per finanziamento illecito nell’ambito di un procedimento stralcio maturato dal filone riconducibile al giro di presunte tangenti pagate da legali di importanti aziende per ottenere sentenze favorevoli al Consiglio di Stato. Stando a quanto riferito dall’Espresso e riportato dall’Agi, e confermato in ambienti di piazzale Clodio, il presidente della Regione Lazio nonché nuovo segretario del Pd avrebbe beneficiato di erogazioni per la sua attività politica dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato nel febbraio del 2018, in passato capo delle relazioni istituzionali dell’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. Erogazioni, però, di cui i magistrati non hanno trovato traccia al punto che per Zingaretti potrebbe profilarsi presto una richiesta di archiviazione.
A fare il nome del Governatore, riferendo confidenze di Centofanti, è stato l’avvocato Giuseppe Calafiore che con l’avvocato Piero Amara sta da tempo collaborando con la magistratura spiegando come funzionava il meccanismo corruttivo al Consiglio di Stato. Amara e Calafiore, anche loro finiti in carcere lo scorso anno, hanno già patteggiato la pena davanti al gup di Roma: 3 anni il primo e 2 anni e 9 mesi il secondo per concorso in corruzione in atti giudiziari.