Chi ha un cane, fanatico o no che sia, almeno una volta avrà letto la famosa frase di Victor Hugo nella quale affermava “Guarda negli occhi un cane e prova ad affermare che non ha un’anima”.
In realtà noi umani tendiamo ad antropomorfizzare i nostri amici a quattro zampe, le loro reazioni, i loro sguardi.
Senza dilungarsi nelle vere e proprie patologie o i disequilibri affettivi della società moderna credo che a tutti noi sia capitato di assistere a situazioni di ambiguità relazionale nei confronti di animali domestici da parte di padroni che riversano nei cuccioli le proprie fragilità ed insicurezze. Persone che nell’era della comunicazione rifuggono i propri simili e preferiscono gli animali.
A volte fallendo anche con questi ultimi.
Per fortuna, a quanto pare, sono stati gli animali che nel corso dell’evoluzione, hanno modificato i loro sguardi al fine di comunicare con gli umani.
È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana (Pnas) dal gruppo dell’Università inglese di Portsmouth, coordinato da Juliane Kaminski. Gli scienziati sostengono che “L’addomesticamento ha trasformato l’anatomia dei muscoli facciali dei cani specificamente per la comunicazione facciale con gli esseri umani“.
Indipendentemente da come la si pensi un cane non può sorridere, ma i suoi occhi possono trasmettere felicità. Quell’interpretazione si basa sul nostro intenso uso di sopracciglia nella comunicazione. In altre parole, il cane sta involontariamente agendo sull’elemento che porta genitori e figli a riconoscersi e legare. Un gesto primordiale ed universale. O come dicono i ricercatori: “gli animali hanno dirottato la risposta del senso di protezione umano. Noi umani abbassiamo le nostre difese in presenza del pedomorfismo – l’aspetto infantile dagli occhi grandi – e alcuni cani hanno davvero talento nell’esternarlo”.
Se però il primo cane presumibilmente non ha mosso le sopracciglia ai cavernicoli, innegabilmente, in qualche modo la comunicazione è stata stabilita. Il cane ha iniziato a condividere il rifugio con l’uomo e nel corso dei millenni li abbiamo selezionati per i movimenti del sopracciglio, pensando che trasmettessero un messaggio.
Siamo partiti tra i 18.000 e i 33.000 anni fa dalle caverne per finire a spendere buona parte delle nostre entrate in cibo per cani, cure veterinarie e quant’altro.
Anatomicamente parlando, i cani di oggi possiedono un muscolo che gli consente di sollevare il sopracciglio interno. E lo usano molto, ed intensamente. Alcuni lupi hanno il medesimo muscolo ma non lo adoperano con altrettanta frequenza. Altrimenti la muscolatura facciale nei cani domestici e nei lupi grigi sarebbe la stessa.
Quando il cane sia stato addomesticato, e da quale specie esattamente, rimane soggetto a ulteriori approfondimenti . Il team cita un’analisi genetica pubblicata nel 2013 su “Science”, secondo la quale l’addomesticamento è iniziato tra i 18.000 e i 33.000 anni fa.
L’analisi genetica dei mitocondri estratti da 18 canidi preistorici dall’Eurasia e dal Nuovo Mondo ha scoperto che i cani di oggi sono tutti, senza eccezione, derivati da canidi europei preistorici. Sono state trovate sepolture con cani risalenti a circa 15.000 anni fa, ma i più antichi fossili trovati finora – in Europa e in Siberia – risalgono a circa 33.000 anni fa.
I cani hanno da sempre avuto la loro capacità straordinariamente avanzata leggere e usare la comunicazione umana? E’ probabile. I cuccioli iniziano il contatto visivo molto presto. Secondo gli studi persino gli scimpanzé non sono allo stesso livello dei cani nell’interpretare i segnali comunicativi umani, come indicare i gesti o la direzione dello sguardo. Un ulteriore studio effettuato nei rifugi canini ha rilevato che i cani abili a muovere le sopracciglia sono stati adottati più dei cani meno espressivi. Ciò indicherebbe che effettuare questo movimento oculare offre ai cani un potenziale vantaggio nella selezione e, indirettamente, ci dice che li abbiamo scelti per questo.
Potrebbe essere iniziato tutto migliaia e migliaia di anni fa, quando qualche cacciatore guardò un cucciolo negli occhi e tornò indietro dando origine alla più antica e fedele delle relazioni.
Salvatore De Blasio