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Home Reggio Calabria Cronaca

Operazione Canadian ‘ndrangheta connection: 12 fermi della Squadra Mobile e 10 arrestati dalla Polizia canadese

by newz
18 Luglio 2019
in Cronaca, Primo Piano
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Da sinistra: Marco Garofalo, Sco; Brian Bigras, vicecapo York Regional Police; Francesco Messina, direttore centrale anticrimine; Maurizio Vallone, questore; Giovanni Bombardieri, procuratore capo; Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto; Francesco Rattà, dirigente Squadra Mobile

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Reggio Calabria. Alle prime ore della mattinata odierna, al culmine di complesse ed articolate indagini, condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura Distrettuale della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo e dei Sostituti Procuratori Giovanni Calamita e Simona Ferraiuolo, gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria – ricorrendone il pericolo di fuga – nei confronti dei seguenti 12 soggetti, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa transnazionale ed armata, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolenti di valori, esercizio abusivo del credito, usura e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose:

ARCHINA’ Michelangelo, nato a Toronto (Canada) il 6 ottobre 1976;
CERISANO Domenico, nato a Siderno (RC) il 14 dicembre 1967;
FILIPPONE Francesco, nato a Siderno (RC) il 22 marzo 1981;
FUTIA Cosimo, detto “Shuster”, nato a Siderno (RC) il 13 agosto 1977;
GREGORACI Giuseppe, detto “Pino”, nato a Siderno (RC) il 24 marzo 1968;
MACRI’ Giuseppe, nato a Siderno (RC) il 2 agosto 1954;
MUIA’ Armando, nato a Siderno (RC) il 19 settembre 1956;
MUIA’ Giuseppe, nato a Siderno (RC) il 9 gennaio 1944;
MUIA’ Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 14 agosto 1972;
MUIA’ Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 10 dicembre1968;
MUIA’ Vincenzo, detto “il fontaniere”, nato a Siderno (RC) il 4 ottobre 1969;
MUIA’ Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 6 novembre 1969;

Le attività investigative – condotte con l’ausilio di sofisticate tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali – hanno portato alla luce le attuali dinamiche criminali che caratterizzano la ‘ndrina Muià e altre ‘ndrine federate alla potente cosca di ‘ndrangheta Commisso operante a Siderno e in Canada, dove è nota come Siderno Group of Crime.

Nell’ambito dell’inchiesta, ha assunto particolare rilievo l’attività di cooperazione internazionale della Polizia di Stato e della York Regional Police di Aurora (Ontario – Canada), grazie alla quale è stato possibile documentare, con il coordinamento dei magistrati della D.D.A. di Reggio Calabria – attraverso mirati servizi di osservazione effettuati da investigatori canadesi e italiani nel grande Stato nordamericano e scambi di informazioni – aspetti importanti dell’operatività delle ‘ndrine di Siderno (RC) nella “Greater Toronto Area”, dove lo scorso 12 luglio, a conclusione di indagini parallele a quelle svolte a Reggio Calabria, la Polizia Canadese ha arrestato 10 soggetti, tra i quali Angelo Figliomeni classe 1962 inteso u briganti, elemento di spicco della ‘ndrangheta di Siderno (RC), per associazione a delinquere, riciclaggio, usura, gioco d’azzardo.

Ed infatti particolare rilievo ed efficacia investigativa hanno avuto le risultanze delle due indagini, canadese ed italiana, che, avviate autonomamente, in maniera completamente distinta dalle diverse autorità giudiziarie, ciascuno nei territori di propria competenza, hanno, successivamente, trovato punti di collegamento e convergenze tali da spingere gli investigatori stranieri ad inviare spontaneamente alcune loro risultanze di indagine e ad avviare contatti con gli investigatori italiani.

In Calabria, in particolare, le indagini hanno avuto origine dall’omicidio di Carmelo Muià detto “Mino” – assassinato a Siderno (RC) a colpi d’arma da fuoco il 18 gennaio 2018. Costui era ritenuto il luogotenente del boss Giuseppe Commisso alias il Mastro ed era collocato al vertice dell’omonima ‘ndrina di contrada Ferraro di Siderno.

Naturalmente occorre prendere le mosse da tutti i pronunciamenti giudiziari che negli anni passati fino ad epoca recente hanno ricostruito puntualmente gli equilibri di ‘ndrangheta nell’Area sidernese ed i collegamenti della “Società di Siderno” con le proiezioni in Canada ed in particolare nella zona dell’Ontario.

Dopo l’omicidio, al fine di comprendere le causali che lo avevano determinato, il fratello dell’ucciso, Vincenzo Muià, effettuava una serie di serrati confronti con soggetti vicini agli ambienti della ‘ndrangheta, maturando il convincimento che l’agguato fosse da ricondurre ad una grave azione di rivalsa messa in atto dal rivale Vincenzo Salerno, appartenente all’omonima famiglia che, in passato, spinta da ambizioni autonomistiche, si era scissa dalla cosca madre dei Commisso.
Prospettiva che egli considerava in termini concreti, richiamando in alcune conversazioni intercettate le ragioni di un aspro conflitto armato – a cui i Muià stessi avrebbero preso parte – durante il quale furono uccisi anche Salvatore ed Agostino Salerno, fratelli di Vincenzo.
Nel corso di un summit tenutosi a Siderno (RC) nella primavera del 2018 Vincenzo Muià chiamava a raccolta un nutrito manipolo di fedelissimi, ai cui affidare l’esecuzione di un piano volto ad arginare eventuali mire violente contro la propria famiglia.

Nel contempo, assunto ormai il comando della ‘ndrina di contrada Ferraro, anche attraverso la direzione delle attività commerciali fittiziamente gestite dal fratello, egli avviava un deciso riarmo del gruppo, sollecitando i titolari di una rivendita a rifornirlo di munizioni e provando alcune micidiali armi da guerra.

In tale contesto, nello scorso mese di aprile, Vincenzo Muià – animato dalla volontà di conoscere le reali motivazioni che avevano portato all’omicidio del fratello – e il sodale Giuseppe Gregoraci si recavano a Toronto, dove incontravano i fratelli Cosimo Figliomeni e Angelo Figliomeni detti “i briganti”, entrambi latitanti in Canada in relazione all’operazione della D.D.A. reggina “Acero-Krupi- Connection”.

Gli accertamenti ed approfondimenti investigativi svolti durante la permanenza in Canada dei due fermati hanno consentito di verificare una serie di contatti con i fratelli Figliomeni finalizzati ad ottenere una risposta certa sulle ragioni e le responsabilità dell’omicidio di Carmelo Muià, che costoro gli avrebbero effettivamente dato, con una serie però di indicazioni insufficienti per attribuire la piena responsabilità del delitto.

Da quanto emerso è stato possibile tracciare, in linea con le acquisizioni di altri procedimenti definiti della D.D.A. reggina, l’operatività di strutture a carattere intermedio con funzioni di coordinamento e supervisione, quali la “commissione” o “camera di controllo” di Toronto, istituita ed operante nell’ambito del Crimine di Siderno, come articolazione intermedia di ‘ndrangheta distaccata dal mandamento ionico reggino nella macro area ruotante attorno alla Regione dell’Ontario in Canada, ma indissolubilmente legata, in una sorta di “blockchain criminale”, alla provincia di Reggio Calabria.

Nel corso dell’inchiesta, si è avuto modo di cogliere come la ‘ndrangheta sidernese, che da moltissimi anni è insediata in Canada, ha bisogno di ricorrere a strutture di comando sovranazionale al fine di governare al meglio assetti complessi in ambiti territoriali molto distanti dalla casa madre.

Dai colloqui captati è stato, poi, possibile ricostruire la composizione del “crimine di Siderno” – da intendersi quale massima espressione della ‘ndrangheta operante in Canada, a cui è riservata una competenza che in alcuni casi, come quello in esame, può estendersi al verificarsi di fatti riconducibili alle realtà locali della Locride – cui attualmente sembrano partecipare anche:

  1. COMMISSO Francesco, alias “u scelto”, latitante in Canada in relazione alle operazioni “La falsa politica” e “Acero Krupy Connection;
  2. FIGLIOMENI Cosimo, sopra citato;

Tali risultanze – di grandissimo rilievo in quanto allargano l’orizzonte delle attuali conoscenze sull’articolata struttura della ‘ndrangheta anche in ambito sovranazionale – permettono di accertare, per la prima volta, che l’articolazione territoriale operante in Canada, riferibile al locale di Siderno, è attualmente governata da un organismo (“il Crimine di Siderno”) composto da una pluralità di soggetti (sopra indicati) che, allo scopo di preservare la sua operatività rispetto alle problematiche connesse alla notoria pressione investigativa operata nei confronti della ‘ndrangheta in territorio italiano, è abilitato a riunirsi ed assumere decisioni anche in territorio estero.

Sostanzialmente può ritenersi che l’organismo decisionale operante in territorio estero è direttamente riferibile alla struttura territoriale operante in Siderno (la Società di Siderno) e, tramite questa, alle strutture di vertice che governano gli ampi assetti organizzativi, in Italia ed all’estero, dell’intera ‘ndrangheta.

Tale conclusione trova conforto negli esiti della presente indagine, ed in particolare in tale ottica deve essere interpretato (peraltro per come dallo stesso affermato) il viaggio in Canada di Vincenzo Muià: esiti, pertanto, che confermano la competenza del predetto organismo canadese in relazione a vicende di rilevanza criminale riferibili al più ampio governo dell’area territoriale di Siderno, le cui notorie e stabili proiezioni estere non sono più solo gestite nella zona di origine ma trovano una nuova, e più efficiente, delocalizzazione operativa in territorio canadese: che si tratti di organismo dalle ampie competenze, delegate dalla casa madre senza rigidi vincoli territoriali, lo si ricava dal fatto che è chiamato ad occuparsi tanto di fatti di grande rilievo (quale l’omicidio di un capo ‘ndrina quale Carmelo Muià) che di vicende apparentemente più banali, quali le mancanze, a cui segue il rimprovero orale verso Francesco Commisso inteso “Ciccio di Grazia”, elemento di rilievo del clan Commisso, latitante in Canada (operazione “Acero-Krupi-Connection”) a cui si contesta una eccessiva vicinanza, in quel territorio, ad altre cosche di ‘ndrangheta distinte dalla locale di Siderno.

Quindi, le risultanze investigative consentono in altri termini di affermare che l’organo di governo della locale di Siderno non opera più solo in territorio calabrese (trasmettendo ordini all’estero) ma lo fa direttamente in territorio canadese, all’evidente fine di rendere sempre più efficiente la sua struttura ed efficace l’azione di comando.

La presenza e l’operatività della ‘ndrangheta in Canada è confermata anche da una recente ed innovativa sentenza emessa dalla Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario il 28febbraio 2019, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Project Ophenix”, condotta dalla Combined Forces Special Enforcement Unit (CSFEU) di Toronto, con la quale, appunto, la ’ndrangheta è stata riconosciuta, per la prima volta, come un’organizzazione criminale pienamente operante in quel territorio. L’indagine, svolta grazie al prezioso contributo di un Police Agent infiltrato, che nel 2014 registrò numerosi incontri con importanti esponenti della criminalità italo-canadese, ha permesso di raccogliere validi elementi probatori a carico di Giuseppe Ursino, nato a Gioiosa Ionica (RC) il 12 aprile 1953, il quale è stato condannato a 12 anni e mezzo di carcere per traffico internazionale di stupefacenti e associazione a delinquere.

Vincenzo Muià (fratello di Carmelo) è gravemente indiziato anche dei seguenti delitti:

  1. trasferimento fraudolenti di valori, aggravato dall’art. 416 bis.1. c.p., (aggravante mafiosa) in concorso con Antonio Mamone (non destinatario del decreto di fermo), in relazione alla macelleria “Mondo Carni S.r.l.s.” formalmente intestata al Mamone, di fatto riconducibile ai Muià;
  2. detenzione illecita di una pistola cal. 9 lunga, una pistola cal. 9×21, una pistola cal. 9 corta, aggravata dall’art. 416 bis.1. c.p. (aggravante mafiosa);
  3. detenzione di un’arma semiautomatica (mitraglietta) con esplosione di munizioni a colpo singolo e a raffica, aggravata dall’art. 416 bis.1. c.p. (aggravante mafiosa), in concorso con Cosimo Futia detto “Shuster” (destinatario del decreto di fermo anche per questo reato);
  4. detenzione e porto illegale in luogo pubblico, al fine di occultarle, di più armi comuni da sparo, tra le quali una pistola cal. 9 ed il relativo munizionamento, con l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1. c.p (aggravante mafiosa), in concorso con Michelangelo Archinà (destinatario del decreto di fermo solo in relazione a questo reato);
  5. usura aggravata dal metodo mafioso, per aver in concorso con il fratello Carmelo prestato la somma di euro 75.000 per la costruzione di un bruciatore, facendosi promettere e consegnare interessi usurari pari ad euro 2.500 al mese;
  6. favoreggiamento personale – aggravato dall’art. 416 bis.1. c.p. (aggravante mafiosa) – perché, successivamente all’omicidio di Carmelo Muià, sottraevano dalla scena del crimine e nascondevano un telefono cellulare dell’ucciso, allo scopo di tutelare la memoria della vittima, di nascondere i contatti tra la vittima e gli altri associati alla cosca Commisso, svolgere in autonomia le indagini utili al fine di eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria e scoprire i colpevoli dell’omicidio, per potersi vendicare prima di un eventuale arresto degli stessi. Delitto commesso in concorso con la moglie di Carmelo Muià, Marilena Gravina (non destinataria del decreto di fermo).

Cosimo Futia detto “Shuster”, è gravemente indiziato dei delitti di cui al punto 3), in concorso con Vincenzo Muià, nonché di aver detenuto e ceduto cinque bombe a mano con “spoletta” e un fucile Benelli M1, al fine di agevolare l’associazione mafiosa.

Giuseppe Gregoraci è gravemente indiziato del delitto di associazione mafiosa ed esercizio abusivo del credito, perché in concorso con Cosimo Figliomeni “u brigante”, svolgevano abusivamente nei confronti del pubblico una o più attività finanziarie senza essere iscritti negli elenchi previsti dalle leggi che disciplinano la materia ed, in particolare, perché erogavano prestiti di danaro, in maniera stabile, ad un numero indeterminato di persone, con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p..

L’inchiesta reggina tiene conto anche degli esiti di un’efficace attività di cooperazione internazionale tra investigatori della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Reggio Calabria e Servizio Centrale Operativo di Roma) e canadesi (York Regional Police di Aurora), operanti sotto le direttive dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, d’intesa con il York Region Attorney`s General, al fine di monitorare le proiezioni e le dinamiche criminali della cosche della ’ndrangheta tradizionalmente attive nello Stato del Nord America.

Sul versante canadese, lo scorso 12 luglio, nella Greater Toronto Area (Vaughan e Woodbridge) – dove sono stati inviati in missione investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Reggio Calabria – la York Regional Police ha arrestato 10 soggetti, indagati per associazione per delinquere, riciclaggio, usura, gioco d’azzardo, a conclusione di autonome e separate indagini incentrate sugli interessi illeciti dei fratelli Cosimo ed Angelo Figliomeni, considerati esponenti di vertice della ’ndrangheta reggina in Canada nonché componenti della cosiddetta Camera di Controllo di Toronto.

Tra i destinatari del provvedimento restrittivo emesso dalle autorità canadesi, figurano Angelo Figliomeni, inteso il brigante e i suoi principali referenti per il riciclaggio del danaro provento delle attività delittuose, Salvatore Oliveti ed Emilio Zannutti. Contestualmente agli arresti, è stato eseguito il sequestro di beni mobili ed immobili, tra cui alcune di auto di lusso e ingenti somme di danaro, per un valore complessivo di circa 23 milioni di dollari.

Le attività di indagine condotte dalle autorità italiane e canadesi fanno ritenere che le cosche di ‘ndrangheta di Siderno (RC) con le loro propaggini oltreoceano, stiano realizzando diversificate attività illecite nella Greater Toronto Area, forti dello stretto legame che unisce tra la Camera di Controllo canadese alCriminedi Siderno.

L’operazione “Canadian ‘ndrangheta connection” rappresenta un ulteriore ed importantissimo tassello nell’azione di contrasto al crimine organizzato di matrice calabrese che, ormai da diverso tempo, ha posto le sue radici in vari Stati ed in particolare nella ricca Regione dell’Ontario.

Tags: arresticanadacosca commissofermo di indiziato di delittoOperazione canadian ‘ndrangheta connectionsidernosquadra mobile
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