Niger sud orientale – La situazione nel Niger sud orientale diventa sempre più delicata. Nell’ultimo periodo sono aumentate le violenze a colpi di machete, stupri e sequestri da parte di gruppi etnici diversi andando ad aggravare il caos e la distruzione già provocata da Boko Haram. Per comprendere il volume del problema si pensi che il solo Boko Haram nell’ultimo decennio ha provocato circa due milioni e mezzo di sfollati, tra Nigeria settentrionale, Camerun, Ciad e Niger.
L’etimologia del nome Boko Haram significa, più o meno, “l’educazione occidentale è sacrilega” e già dal suo appellativo si capisce la dura opposizione ai valori dell’occidente, anche se lo stesso gruppo fondamentalista risulta essere diviso a sua volta in due fazioni, la prima più vicina all’ISIS di Al-Baghdadi, l’altra invece ha dato vita a un nuovo wilayah (governatorato) denominato Islamic State West Africa Province (Iswap, filiale dello Stato Islamico nell’Africa Occidentale).
Poco più di una settimana fa il gruppo terroristico ha nuovamente attaccato un gruppo di villaggi nel Camerun settentrionale, sfollando ben 1.100 famiglie, ed una base militare nella città di Jakana, nel nord-est dello stato del Borno, in Nigeria, dopo aver teso un’imboscata a un veicolo militare ed uccidendo i sei soldati a bordo, stando a quanto riferito da fonti militari.
L’ultimo attacco ai civili è avvenuto il 10 luglio nel villaggio di Roum, un piccolo villaggio cristiano nelle zone rurali del Camerun. Nella settimana compresa tra il 5 e l’11 luglio altri piccoli villaggi sono stati attaccati e dai rapporti degli operatori umanitari emerge che il gruppo fondamentalista ha bruciato la maggior parte dei villaggi, distrutto negozi di alimentari e ucciso o rubato tutto il bestiame. Le famiglie che sono riuscite a fuggire sono ora alle prese con fame, sete e mancanza di un riparo.
Questi attacchi giungono in un momento estremamente complicato, poiché i viveri del raccolto precedente sono quasi terminati e i contadini si preparano per il raccolto in prossimità della stagione delle piogge che terminerà a settembre.
L’avvicinarsi delle piogge è un problema anche per le forze di sicurezza in quanto in tali condizioni climatiche gli spostamenti e le pattuglie risultano difficoltosi o notevolmente rallentati, favorendo le incursioni e gli attacchi dei terroristi. Proprio come l’imboscata del 18 luglio. effettuata con camioncini dotati di mitragliatrici, che hanno ingaggiato una battaglia di un’ora con i soldati senza però riuscire ad occupare la base militare, stando a quanto dichiarato dalle fonti governative.
Ad Aprile 2019 l’alto commissariato per i diritti umani dell’Onu (UNHCR) aveva espresso preoccupazione per l’intensificarsi delle violenze nel Niger sudorientale. Previsione tragicamente realizzatasi .
Salvatore De Blasio