Elezioni comunali. Bombino: «Pronto a offrire tetto a centrodestra. A Falcomatà manca prospettiva per il futuro della città»

Giuseppe Bombino

Giuseppe Bombino

Reggio Calabria. “Non posso autoproclamarmi. Ho percezione che, considerata la mia cultura politica, l’identikit del possibile candidato a sindaco del centrodestra si sovrappone alla mia persona”. Così all’agenzia Dire Giuseppe Bombino, ricercatore dell’Università Mediterranea e già presidente del Parco nazionale d’Aspromonte, su una sua indicazione a candidato sindaco di Reggio Calabria del centrodestra. Sul suo nome, ammette, “resiste qualche veto da parte della politica partitica locale”. Veti che talvolta si “onora di avere” restando “rispettoso” della propria appartenenza culturale, che non rinnega, e del ruolo dei partiti e della politica. “Allo stesso modo – rimarca Bombino – dico che sono a disposizione offrendo un tetto da cui partire. Sono un cittadino, un professionista, un ricercatore che ha amministrato con quella passione che a Falcomatà manca perché ci ha anche privato degli argomenti di discussione e della dialettica politica su una prospettiva di città. Ci ha relegato ai bisogni primari: alla spazzatura e all’acqua”. L’attuale gestione amministrativa ha “impedito di immaginare il progetto di città”.

“Il giudizio nei confronti di questa amministrazione è estremamente severo – sottolinea Bombino – si è rivelata inadeguata e incapace a risolvere i problemi di tutti i giorni.
Se leggiamo i parametri secondo cui si misura il progresso culturale, materiale di una comunità e di una città non ce n’è neanche uno che è stato risolto o migliorato: servizi al cittadino, sicurezza, igiene, viabilità, acqua. In alcuni casi si è anche registrato un indietreggiamento”.

A riprova dell’indietreggiamento la “privazione di ciò che avevamo: dall’aeroporto all’agenzia dei beni confiscati, dall’agenzia delle dogane alla grande viabilità metropolitana. Sono argomenti – sostiene l’ex presidente del Parco nazionale d’Aspromonte – che Falcomatà non ha mai messo nella sua agenda politica, facendoci perdere presidi su cui costruire una politica di comunità”. In questo “quadro negativo” il sentire di Bombino, “da cittadino aperto e responsabile”, è quello di dover fare qualcosa per la città. “Lo avverto ancora di più perché – afferma – sono stato un amministratore che con sacrificio, passione, abnegazione è riuscito a fare qualcosa. Non posso voltarmi dall’altra parte, lo reputo un atto di slealtà nei confronti delle persone che mi incoraggiano, e sono tantissime, nei confronti della città. Se pensassi di rinunciare non sarei meno colpevole di Falcomatà”.
E “se anche Falcomatà succedesse a se stesso” troverebbe una città “senza un progetto, senza una visione, una prospettiva su cui costruire il futuro. Prova ne sia il fatto che attinge ad un’altra idea, ad esempio quella del waterfront di Zaha Hadid, per accattivarsi quell’elettorato che potrebbe orientarsi verso un’area di centrodestra. Cerca di accostarsi alle intuizioni altrui, ai progetti che altri hanno immaginato e pensato. La mancanza di visione – conclude Bombino – quindi per me è l’elemento più grave”.

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