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Home Reggio Calabria Cronaca

Processo Re Artù. Il gup di Bologna assolve tutti gli imputati anche per il reato di riciclaggio

Si archivia definitivamente l’indagine sul certificato di credito da 870 milioni intestato al dittatore Sukarno

by newz
16 Settembre 2019
in Cronaca, Primo Piano
0
In banca porte chiuse per un mutuo ma ponti d’oro per un “dubbio” certificato da 870 milioni di dollari

Il certificato di deposito

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Bologna. Si è arrivati dopo un decennio dai fatti alla completa definizione del processo relativo all’operazione ” Re Artù” avviata nel 2011 dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e che era in corso di svolgimento davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Bologna, dott. Pecorella. Il processo ha avuto avvio da una indagine inizialmente svolta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che culminò nell’applicazione di diverse misure della custodia cautelare in carcere per molti indagati calabresi ed emiliani.
I fatti contestati riguardavano la presunta violazione dei reati di truffa, falsificazione, associazione a delinquere e riciclaggio, e si riferivano al tentativo di tutti gli imputati di smobilizzare un certificato di credito per il valore di 870 milioni di dollari, emesso dal Credito Suisse in favore del dittatore indonesiano Sukarno e poi finito indirettamente nella loro disponibilità. Da qui, poi i diversi ma inutili tentativi di monetizzare l’ingente somma utilizzando i normali canali bancari.

A seguito della declaratoria di incompetenza territoriale in favore dell’autorità giudiziaria di Bologna sancita dal Tribunale del riesame di Reggio Calabria, adito da tutti gli imputati all’esito dell’applicazione delle ordinanze cautelari, il processo aveva avuto avvio davanti alla prima sezione del Tribunale Collegiale di Bologna, davanti alla quale, dopo le prime battute, il ben nutrito collegio dei difensori degli imputati, ha sollevato una eccezione di nullità del capo di imputazione relativa al contestato reato di riciclaggio che, stante l’opposizione del pubblico ministero e del difensore della costituita parte civile Unicredit, già Banco di Sicilia, veniva, però, accolta dal Tribunale con restituzione degli atti al Giudice della fase precedente.
Avverso tale decisione, si è opposto il PM proponendo, incidentalmente, ricorso per Cassazione con cui denunciava l’abnormità del provvedimento impugnato, così chiedendone l’annullamento.
Davanti ai Supremi Giudici, l’avv Antonio Romeo, difensore dei fratelli Sposato, ha depositato una articolata memoria difensiva con la quale richiamava , a sostegno della inammissibilità del ricorso del pubblico ministero, l’indirizzo giurisprudenziale prevalente della Suprema Corte, e soprattutto della stessa sezione decidente, di avviso completamente contrario alle argomentazioni sviluppate dall’Ufficio ricorrente.
Da qui la pronuncia della seconda sezione, che dichiarava l’inammissibilità del ricorso del pubblico ministero. Nel frattempo è intervenivuta la sentenza di assoluzione, nel merito, di tutti gli imputati per gli altri gravi reati che erano rimasti al giudizio del Tribunale bolognese , quindi per il reato di associazione a delinquere, di falso e di tentata truffa. Sentenza contro la quale l’Ufficio del Pubblico Ministero non ha proposto appello e, quindi, passava in cosa giudicata.

Il contestato reato di riciclaggio, invece, a seguito della pronuncia della Cassazione, tornava alla valutazione del G.U.P. del Tribunale di Bologna, davanti al quale comparivano nuovamente tutti gli imputati.
La gran parte di loro hanno scelto di farsi giudicare allo stato degli atti, scegliendo il rito abbreviato, mentre per poche posizioni si è proceduto in via ordinaria con la celebrazione dell’udienza preliminare. Il giudice, dott. Pecorella, all’udienza di oggi 16 settembre, ha definito la posizione di tutti gli imputati, sancendo l’assoluzione per insussistenza del fatto per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato e il non doversi procedere per lo stesso motivo per coloro i quali si era proceduto con l’udienza preliminare.

Il collegio difensivo era composto dagli Avvocati Antonio Romeo, Guido Contestabile, Antonino Napoli, Giuseppe e Alessandro Zofrea, Carmen Pisanello, Luca Sirotti, Lorenzo Mariucci,Fausto Bruzzese, Enrico Tignini, Alfredo Niro,Angelo Sorace,Antonio Cimino, Andrea Pascerini, Luigi Pirozzi, Girolamo Fazzari, Armando Veneto, Angelo Mastromatteo, Lorenzo Fascì, Giuseppe Milicia, Pietro Ottavio Di Leo, Andrea Pascerini e Leone Fonti.
All’udienza di oggi, dopo la richiesta di condanna ad anni due e mesi otto del P.M. per gli imputati che avevano scelto di farsi giudicare col rito abbreviato e di emissione del decreto a giudizio per le altre posizioni, sono intervenuti gli avvocati Romeo, Contestabile Pirozzi, Mariucci, Niro, Bruzzese, Pisanello e Fontanesi i quali si sono soffermati particolarmente sull’aspetto relativo alla insussistenza del reato di riciclaggio contestato ai loro assistiti, evidenziando come la prospettazione accusatoria fosse completamente infondata sia in punto di diritto , con riferimento agli elementi costitutivi del reato, che riguardo alla condotta stessa tenuta dagli imputati, arricchendo, comunque, la loro discussione con pregevoli e raffinate argomentazioni di diritto.

Il Giudice dott. Pecorella, dopo la rituale camera di consiglio , ha dato lettura del dispositivo mandando assolti con formula ampia tutti gli imputati per insussistenza del reato associativo. Con tale pronuncia si archivia definitivamente l’indagine svolta dalla DDA di Reggio Calabria nel lontano 2009, venendo, così, a crollare anche l’ultima ipotesi di reato che ancora era rimasta in piedi.

Tags: bolognacertificato di creditocredito suissereggio calabriaSukarno
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