Washington (USA). “Milioni di vite saranno salvate!” così, attraverso il suo ormai celeberrimo Twitter, il presidente Donald Trump ha commentato il cessate il fuoco nel nord della Siria. Poco prima il vicepresidente Mike Pence aveva comunicato la tregua in una conferenza stampa tenutasi presso l’ambasciata a stelle e strisce di Ankara. “Di fatto la tregua interrompe un’offensiva turca iniziata otto giorni fa contro le forze guidate dai curdi” ha dichiarato il vicepresidente americano Mike Pence, ai giornalisti ad Ankara.
“Questo accordo non avrebbe mai potuto realizzarsi 3 giorni fa. Doveva esserci una forte convinzione per farlo. Ottimo per tutti. Orgoglioso di tutti!Questo è un grande giorno per la civiltà. Sono orgoglioso degli Stati Uniti per essermi rimasti fedeli nel seguire un percorso necessario, ma in qualche modo non convenzionale“, ha continuato Trump.
Pence ha indicato i 13 step che si attueranno nei prossimi 5 giorni, prima dell’inizio del cessate il fuoco permanente:”La Turchia metterà in pausa l”Operazione Peace Spring” per consentire il ritiro delle forze [curde] YPG dalla zona di sicurezza per 120 ore.Tutte le operazioni militari nell’ambito dell’operazione Peace Spring verranno sospese e l’operazione Peace Spring verrà definitivamente interrotta al completamento del ritiro. La nostra amministrazione è già stata in contatto con le forze di difesa siriane e abbiamo già iniziato a facilitare il loro ritiro sicuro dall’area di una zona di sicurezza larga quasi 32 miglia [32 km.] A sud del confine turco in Siria “ha affermato Pence.
Ad Ankara Pence ha inoltre spiegato che:”con l’attuazione del cessate il fuoco, gli Stati Uniti non imporranno ulteriori sanzioni alla Turchia, ed una volta in vigore un cessate il fuoco permanente, il presidente ha accettato di ritirare le sanzioni economiche imposte lo scorso lunedì “.
Pence, ha proseguito il suo discorso affermando che: “i due paesi sono “impegnati a sconfiggere le attività dell’ISIS nel nord-est della Siria” e che le parti hanno deciso di rinnovare un accordo per coordinare gli sforzi sulle strutture di detenzione e gli sfollati interni in aree precedentemente controllate dall’ISIS.
“La Turchia e gli Stati Uniti hanno concordato sulla priorità di rispettare la vita umana, i diritti umani e, in particolare, la protezione delle comunità religiose ed etniche nella regione”, ha spiegato Pence. “Ho parlato con il presidente Trump solo pochi istanti fa e so che il presidente è molto grato per la volontà del presidente Erdogan di fare un passo avanti, mettere in atto questo cessate il fuoco e dare l’opportunità di una soluzione pacifica di questo conflitto iniziato una settimana fa ”.
La notizia di un cessate il fuoco è arrivata quando sembrava che la credibilità degli Stati Uniti nella regione fosse ormai ai minimi storici. In pochi ritenevano che l’incontro tra Pence e il segretario di Stato americano Mike Pompeo con Erdogan ad Ankara potesse avere successo.
Pompeo prima di dirigersi a Bruxelles per incontrare il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg volerà da Ankara a Tel Aviv, dove è previsto l’aggiornamento con il primo ministro Benjamin Netanyahu venerdì mattina a Gerusalemme.
Da Ankara il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha minimizzato la tregua definendola solo una «pausa» delle operazioni militari, che avranno la loro conclusione solo “dopo il completo ritiro dalla regione” dei miliziani curdi, che dovranno essere disarmati e le loro strutture militari distrutte.
L’accordo di stasera riguarda solo la striscia di circa 120 km di ampiezza, tra Tal Abyad e Ras al Ayn, e 30-32 km di profondità oltre il confine turco-siriano, che ricalca la ‘safe zone’ concordata da Ankara e Washington prima del ritiro dei sodati americani e dell’inizio dell’offensiva. Il resto del nord della Siria, comprese Kobane e Manbij, resta escluso dalla tregua e verrà discusso martedì a Sochi nel faccia a faccia tra Erdogan e Vladimir Putin, ha spiegato Cavusoglu.
Nel frattempo la comunità internazionale può tirare un sospiro. Per 120 ore.
Salvatore De Blasio