di Fabio Papalia
«Una frase infelice». Il consigliere comunale Giovanni Latella, raggiunto telefonicamente da Newz.it accetta di parlare del “caso” suscitato dal video che lo immortala mentre pronuncia una frase dialettale incriminata. A suo sostegno è già stata diffusa una nota dei capigruppo di maggioranza, ma ci sembrava ‘normale’ che fosse lo stesso interessato a raccontare la propria versione dei fatti ed è questo che gli abbiamo chiesto.
Com’è andata esattamente? «Sono sempre stato al fianco dei lavoratori dell’Avr, non stavo litigando con nessun lavoratore ma tutto è stato strumentalizzato e la frase che ho pronunciato è che noi stiamo dando la vita per la città e stiamo lavorando anche in condizioni difficili e non permetto a nessuno, e in particolare alle forze di opposizione, di creare un clima di tensione venendo a fare un’altra manifestazione a ridosso delle gradinate del Teatro Cilea».
Ma quella frase, lo rifarebbe? «È una frase tipica di chi è stato calciatore o allenatore». Oggi però neanche nel calcio si può più utilizzare una frase del genere. «È una frase infelice, certo, ma respingo la mistificazione che vuol far passare il messaggio che io attaccavo un poveretto che stava dimostrando per i suoi diritti, tutt’altro, è una persona che conosco bene, l’abbiamo anche aiutato a rientrare al lavoro. La verità è che così si crea e si alimenta un clima di scontro con l’amministrazione». I cittadini, soprattutto se lavoratori non pagati, avranno pur diritto di manifestare, e se ritengono che l’amministrazione abbia delle colpe avranno anche il diritto di manifestare contro l’amministrazione? «Sì certo ma a me è sembrato che fosse stato tutto preorganizzato, quei toni poi… il rischio è che esacerbando gli animi qualcuno passi dalle parole ai fatti».
Chi ha filmato il consigliere Latella si è presentato come “un giornalista”
Fin qui le dichiarazioni del consigliere Latella. Meriterebbe un approfondimento anche un altro aspetto della vicenda. Dopo essersi accorto di essere stato filmato, Latella si è avvicinato a chi lo aveva appena filmato chiedendo chi fosse e quest’ultimo – come si evince dallo stesso video pubblicato dall’autore – si è presentato affermando “sono un giornalista“. Un “sedicente giornalista” lo hanno definito i capigruppo della maggioranza nella nota diffusa a sostegno di Latella, stigmatizzando l’operato di “una testata che fa capo al consigliere di minoranza (Massimo) Ripepi“. Ora le opzioni sono solo due: o è giornalista o non lo è. E’ facile verificare: esistono gli albi presso ogni Ordine regionale e un albo unico nazionale sul sito dell’Ordine dei Giornalisti. Una differenza non di poco conto, visto che l’articolo 348 del codice penale recita: “Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro diecimila a euro cinquantamila”.