Col nome in codice “operazione Green Day” i Carabinieri hanno eseguito nella Locride 8 misure cautelari (4 arresti e 4 obblighi di dimora) nei confronti di altrettanti indagati a vario titolo di coltivazione e traffico di marijuana, nonché di associazione mafiosa ed estorsione aggravata.
Operazione Green Day: nomi e dettagli
Nelle prime ore di questa mattina 27 novembre, militari del ROS, del Gruppo di Locri, nonché dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno dato esecuzione a 8 misure cautelari, di cui 4 in carcere, nei confronti di Luca Benci cl.86, Giorgio Violi cl .76, Salvatore Sainato cl. 57 e Vincenzo Sainato cl. 81, nonché 4 obblighi di dimora nel comune di residenza nei confronti di Cosimo Ursino cl.85, Vincenzo Lombardo cl. 86, Domenico Jentile cl .71 e Massimiliano De Masi cl. 73, tutti residenti nel comprensorio di Gioiosa Jonica.
Il provvedimento, emesso dal gip di Reggio Calabria, Alessandra Borselli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, è frutto di un’articolata attività d’indagine condotta dai militari dell’Arma, attraverso cui è stato possibile disarticolare un’organizzazione composta da un gruppo di soggetti dedito a una serie di reati fra cui, principalmente, la coltivazione di numerose piantagioni disseminate negli agri di Gioiosa Jonica, Grotteria e Martone, nonché il relativo traffico degli ingenti quantitativi di sostanza stupefacente prodotta.
Le indagini, dirette dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti procuratori Simona Ferraiuolo e Francesco Tedesco, sono state condotte grazie ad una copiosa attività di intercettazione, in aggiunta a numerosi servizi di osservazione e pedinamento da parte sia dei Cacciatori di Calabria, nonché dei reparti investigativi dell’Arma. Importanti per le indagini, peraltro, sono state le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno avvalorato le investigazioni degli inquirenti.
I reati contestati: ‘ndrangheta, contigui alla cosca Ursino
I reati contestati a vario titolo da parte degli inquirenti riguardano il reato di associazione di stampo mafioso, l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente, nonché il reato di estorsione aggravato dall’essere stato commessa da persone appartenenti ad associazione mafiosa.
In base alle attività condotte, si è avuto modo di accertare che i soggetti, contigui alla cosca Ursino operante nel territorio di Gioiosa Jonica e aree limitrofe, avvalendosi della forza intimidatrice dell’organizzazione, erano dediti all’attività di produzione e commercio della sostanza stupefacente, assicurando così alla consorteria criminale di riferimento un ingente flusso di denaro in grado di rimpinguare il patrimonio e agevolarne in tal modo il controllo del territorio. Infatti, a dimostrazione della capacità operativa della consorteria, i militari dell’Arma sono riusciti a sequestrare in numerose perquisizioni oltre 5 mila piante di marijuana, nonché circa due quintali di stupefacente, nonché migliaia di semi di ottima qualità in termini di resa, pronti all’uso per essere interrati.
Estorsione ai giostrai della festa di San Rocco: denaro per le giostre e biglietti gratis
Le indagini, in ultimo, hanno permesso di accertare che uno degli indagati, figlio del capocosca, avesse messo in atto un’estorsione aggravata con le modalità di tipo mafioso nei confronti dei gestori di alcuni impianti di intrattenimento giunti a Gioiosa Jonica in occasione della festa patronale di San Rocco, imponendo la consegna sia di denaro per lo stazionamento delle giostre e sia la consegna di numerosi biglietti per l’importo di diverse migliaia di euro.
Gli arrestati sono stati condotti presso la casa circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’autorità giudiziaria mandante.