Assolta perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza della Corte d’Assise di Palmi (Petrone presidente, Giovinazzo a latere) emessa nel processo a carico di Lisa Emike Potter, difesa dagli avvocati Ugo Singarella e Antonino Catalano, accusata di essere la mandante dell’incendio divampato la notte del 27.1.18 all’interno della vecchia tendopoli di San Ferdinando.
La pubblica accusa, sulla scorta delle dichiarazioni di alcuni testimoni e degli accertamenti del RIS, aveva invocato la pena dell’ergastolo per l’imputata, poiché, animata da motivi di gelosia, avrebbe corrisposto una somma di denaro a due soggetti per appiccare l’incendio alla baracca in cui dormiva la presunta rivale in amore.
Il rogo, considerata la presenza all’interno dell’accampamento di una notevole quantità di materiale e liquido infiammabile, divampava all’interno della tendopoli, propagandosi violentemente e distruggendo oltre 200 baracche, cagionando altresì la morte di una donna di 26 anni, Becky Moses, e il ferimento di altre due persone.

Lisa Emike Potter, che in un primo tempo si era allontanata dal territorio italiano, era stata rintracciata e tratta in arresto qualche mese dopo i fatti. La lunga e articolata attività processuale, però, ha fatto emergere l’estraneità dell’imputata in ordine ai gravissimi fatti addebitati e pertanto la Corte di Assise di Palmi l’ha assolta disponendone l’immediata scarcerazione.
Fabio Papalia