Con una nave extra salpata a notte fonda, sono partiti verso la Sicilia anche le ultime persone rimaste bloccate, da due giorni, sulle banchine del porto di Villa San Giovanni. Sul posto, a controllare la situazione, anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha commentato quella che ha definito «la fine di una storia paradossale, assurda, incredibile».
«Adesso, più che mai, serve l’organizzazione che fino adesso è mancata», ha detto Giuseppe Falcomatà aggiungendo: «E’ ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità perché non è finita qui. Questa situazione incresciosa, infatti, non si sarebbe creata se le Regioni avessero dialogato fra loro piuttosto che far venir meno quella sinergia istituzionale che è sempre fondamentale. A conferma di quanto dico, c’è una testimonianza concreta: l’aver sollecitato l’intervento, risultato decisivo, dei ministri Lamorgese, Boccia, De Micheli e del presidente dell’Anci Decaro, la cui sortita è servita a sbloccare una vicenda che ha davvero dell’inaudito».
«Oltre ad aver creato dei seri rischi per l’incolumità pubblica – ha aggiunto Falcomatà – a Villa San Giovanni è venuta meno l’umanità che dovrebbe riempire la coscienza di ogni cittadino, ma ancor prima di qualsiasi amministratore pubblico. Abbiamo assistito a donne, bambini, anziani costretti a dormire all’addiaccio, spesso raccolti in 200 metri così da creare quegli assembramenti pericolosi che diventano fonte di contagio. Per due giorni, in questi luoghi, i cittadini hanno vissuto uno smarrimento ed un abbandono che, ai giorni nostri, è inconcepibile. Lo stesso vale per noi sindaci, l’ultimo anello di una catena complessa: siamo stati lasciati soli. Al Comune di Villa San Giovanni è stato riversato addosso un carico di difficoltà estremo, così come ai cittadini di Reggio Calabria è stata chiesta una dose di pazienza che, in casi come questi, va oltre ogni comprensibile sforzo e sacrificio».
«Per il bene delle comunità – ha concluso – hanno prevalso il buon senso e l’applicazione corretta delle normative. E’ giusto che i cittadini siciliani bloccati sul continente paghino eventuali responsabilità secondo quanto prevede la norma, ma è altrettanto giusto che svolgano la quarantena nei loro luoghi di destinazione secondo quanto prevede la norma stessa».
«Finalmente si chiude una tristissima pagina di politica italiana e istituzionale, e si conclude grazie al buon senso ma soprattutto grazie a un’applicazione corretta della normativa sull’emergenza coronavirus». Ha poi commentato così Falcomatà in un video registrato a notte fonda a Villa San Giovanni e postato sul suo profilo facebook.
«Questa storia – ha detto Falcomatà – poteva sicuramente concludersi prima, si potevano evitare 72 ore di fermo al piazzale Anas ma soprattutto si poteva evitare un teatro dell’assurdo che sinceramente in questa fase di emergenza in cui dobbiamo pensare esclusivamente sulle criticità di questa fase, ci saremmo potuti, voluti, dovuti risparmiare. Adesso l’importante è che questa situazione non si ripeta più, che blocchi come quelli che la Calabria ha vissuto in queste 72 ore non si verifichino più perché altrimenti ci siamo soltanto presi in giro».
I siciliani sono partiti, ma la vicenda non si può dire completamente conclusa, almeno da questa parte dello Stretto. «Tuttavia – ha annunciato il sindaco di Reggio – come tutte le battaglie lasciano anche degli strascichi, ho avuto conferma da poco della presenza ieri notte a Reggio Calabria di qualcuna di queste persone che avrebbe dormito in un albergo della nostra città. Voglio capire com’è avvenuta questa cosa, pare che l’ok sia arrivato dalla Regione Calabria, domattina chiederò formalmente se questa cosa è vera, qualora fosse vera voglio capire chi dalla Regione Calabria ha dato l’ordine che alcune di queste persone dovessero arrivare in un albergo di Reggio Calabria. Voglio capire perché il sindaco di Reggio Calabria non è stato avvisato, non soltanto in quanto sindaco ma anche in quanto massima autorità sanitaria sul territorio, ma soprattutto la città di Reggio Calabria rispetto a questa situazione, ripeto qualora dovesse essere confermata nelle sue dinamiche, si aspetta e chiede e pretende un risarcimento dei danni che ha subito, perché questa situazione potrebbe ingenerare il rischio di aumento di contagi in città e allora – ha concluso Falcomatà – è essenziale che prima di tutto venga fatta una sanificazione generale dell’albergo dove queste persone hanno alloggiato, che si faccia il tampone a tutti quei reggini che sono entrati in contatto con loro, ma soprattutto che si facciano i tamponi a tutti i cittadini di Reggio Calabria».