REGGIO CALABRIA – L’inchiesta della D.D.A. ha dimostrato anche come alcuni soggetti, in ragione della loro appartenenza alle cosche Rosmini e Zindato e della consapevolezza di potere essere destinatari di provvedimenti di custodia cautelare o di misure di prevenzione personale e patrimoniale, deliberatamente abbiano posto in essere un’accurata attività di fittizia attribuzione della titolarità di attività imprenditoriali al fine di eludere i controlli delle forze dell’ordine e le disposizioni di legge in tema di sequestro e confisca di beni. Per questa ragione, su ordine della D.D.A. di Reggio Calabria, la Squadra Mobile ha eseguito il sequestro preventivo – disposto dal G.I.P. – di due bar e un’impresa di pulizia (nel frattempo divenuti non operativi) riconducibili ad esponenti delle cosche Rosmini e Zindato.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more