REGGIO CALABRIA – Il 3 giugno riapre il Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”. «Questo tempo sospeso, caratterizzato anche dalla chiusura generale dei luoghi di cultura del nostro Paese, ci ha consentito di favorire la riflessione sul nostro impegno politico e amministrativo soprattutto in merito al potenziamento dell’offerta culturale da rendere al territorio. Dopo la pubblicazione, pochi giorni fa, del bando per il sostegno alle biblioteche di proprietà dei comuni dell’area metropolitana, siamo in grado di dare una comunicazione importante e certamente degna di nota: il 3 Giugno riapriremo il Palazzo della Cultura “P. Crupi” ai visitatori». Lo afferma il consigliere metropolitano delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio.
«Lo faremo – continua – rispettando tutte le prescrizioni fissate dagli organi centrali e in massima sicurezza. Gli orari e i giorni di apertura restano invariati. Rimangono, chiaramente, le prescrizioni sanitarie e si potrà accedere in massimo 3 persone o 5 se appartenenti allo stesso nucleo. In ogni caso, all’ingresso del palazzo, sarà possibile prendere nota delle istruzioni operative».
«La riapertura – prosegue Quartuccio – si è resa possibile grazie allo straordinario impegno del settore 6 della città metropolitana e, in particolare, della dirigente Attanasio, sempre attenta alla tutela e sicurezza dei lavoratori.
Riaprire il Palazzo della Cultura dalla data in cui è anche possibile muoversi liberamente da regione a regione – conclude Quartuccio – significa innescare quell’interesse, di natura turistica, che deve portarci a migliorare e potenziare sempre più i servizi legati alla cultura che la nostra amministrazione offre ai cittadini».
La storia del Palazzo della Cultura Pasquino Crupi
Il Palazzo della Cultura, intitolato a Pasquino Crupi, lega la sua storia alla città ed al tessuto sociale del secolo scorso. La struttura, di proprietà della Provincia di Reggio Calabria, costituiva il Brefotrofio cittadino che accoglieva e allevava i neonati illegittimi, abbandonati o in pericolo di abbandono. La costruzione, progettata alla fine degli anni ’20 dagli Ingegneri Leale e Calogero, fu ultimata nel 1934. Sorge sopra l’altura adiacente alla Via Reggio Campi, nei pressi della Rotonda, con ottima esposizione panoramica. Il fabbricato copre un’area di oltre 800 mq ed ha quasi 2000 mq di terreno adiacente destinato a cortili e spazi indipendenti da esso. Il Brefotrofio, durante della seconda guerra mondiale, visse una pagina tragica: i bombardamenti provocarono la morte di 33 bambini, 14 balie, due bambinaie e una suora, oltre a ingenti danni all’edificio.
Il Palazzo del Brefotrofio fu ricostruito nel 1948; esso ha offerto una intensa attività di assistenza all’infanzia abbandonata sino agli anni ’70; la struttura ha poi ospitato gli uffici del Genio Civile; dal 1983 al 1997 è stato sede della Facoltà d’Ingegneria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Nel 2015, grazie a un concorso promosso dalla Provincia di Reggio Calabria, oggi Città Metropolitana, il Palazzo della Cultura viene intitolato al Prof. Pasquino Crupi, Pro Rettore e successivamente Rettore dell’Università per Stranieri di Reggio Calabria, giornalista opinionista, critico letterario e scrittore.
Il Palazzo oggi ospita 123 tele di elevato valore economico ed artistico, confiscate alla criminalità organizzata e restituite alla fruizione pubblica: “a tenebris ad lucem”. Tra gli autori, Ligabue; De Chirico; Fontana; Dalì; Bonalumi; Migneco e altri artisti dello stesso prestigio.
Accanto ad esse trovano spazio le tele della Collezione Calarco, di alto valore e mai esposte in maniera organica al pubblico che, insieme ad una cospicua biblioteca ed una vasta fototeca, arricchiscono il patrimonio del Palazzo della Cultura. Un documento raro di alto valore storico è la carta corografica della Calabria ulteriore realizzata nel 1784 da Padre Eliseo Della Concezione che riporta i danni del terribile terremoto del 1783 sul territorio calabrese.
A questi eccezionali elementi vanno ad aggiungersi le opere di artisti contemporanei calabresi, a cui viene offerta la possibilità di esporre, a titolo gratuito e a seguito di apposito parere espresso da una Commissione scientifica all’uopo nominata, un proprio lavoro nelle sale intitolate a personalità illustri della nostra terra.