REGGIO CALABRIA – «In merito all’avviso di garanzia che mi è stato notificato, tengo a precisare che appena conoscerò gli atti dell’indagine darò il mio contributo di verità a questa vicenda per me particolarmente mortificante, soprattutto, perché si accosta il mio nome ad accuse di minacce che avrei formulato per tutelare, su richiesta di tanti, situazioni la cui straordinaria fragilità era nota a tutti. Ricordo solo che il mio interessamento per la integrazione sociale della Coop Rom fu invocato con forza da tutte le associazioni reggine del terzo settore affinché non si disperdesse I’opportunità che un lavoro onesto aveva dato a tante persone fragili, prigioniere in una condizione di grave marginalità. Il mio impegno pubblico, trasparente e limpido, fu all’epoca indirizzato a sostenere i lavoratori della Coop Rom 95 affinché potessero continuare a coltivare la possibilità di una vita libera e dignitosa.
Sono straordinariamente colpito dall’accusa che mi viene rivolta, poiché distorce drammaticamente la realtà dei fatti che si sono consumati pubblicamente. Se c’è un reato di umanità mi dichiaro colpevole». Così l’assessore comunale Giovanni Muraca, poliziotto prestato alla politica, fedelissimo del sindaco Giuseppe Falcomatà, dichiara la propria estraneità alle contestazioni che gli vengono mosse nell’ambito dell’operazione Helios. Sebbene l’indagine sia condotta dalla DDA, le contestazioni mosse a Muraca così come agli altri sette amministratori pubblici coinvolti, non riguardano reati di ‘ndrangheta.
Muraca, che è sotto processo insieme ad altri esponenti della giunta per il caso Miramare, nell’inchiesta Helios è indagato per due presunti casi (tra marzo e maggio 2018) di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità. Nel primo caso gli viene contestato di avere esercitato indebite pressioni per far reintegrare nel personale dell’Avr una coppia di coniugi, lavoratori licenziati per giusta causa per le continue e prolungate assenze ingiustificate, nell’altro caso per far prorogare il subappalto relativo al ritiro dei rifiuti ingombranti a domicilio a favore della Cooperativa sociale Rom 1995 o in alternativa a riassorbire almeno parte del personale mediante assunzione in Avr, dopo che il rapporto tra cooperativa e Avr era cessato il primo gennaio 2018 per l’aumento del canone richiesto dalla subappaltatrice. In entrambi i casi Muraca non sarebbe riuscito nel suo intento per il rifiuto delle persone offese.