Villa San Giovanni – «In questi giorni si sono registrate delle dichiarazioni in merito alla costituzione di parte civile del comune nel processo “Cenide” che vede imputato tra gli altri il Sindaco di Villa San Giovanni.
I processi però si fanno nelle aule dei Tribunali e non nei consigli, nelle piazze e tantomeno sui social.
L’amministrazione comunale, individuata come parte offesa nella vicenda in questione aveva il diritto, ricordo, e non l’obbligo di costituirsi parte civile e poteva farlo anche in un momento successivo, prima di un eventuale processo». Lo afferma Francesca Anastasia Porpiglia, assessore del Comune di Villa San Giovanni.
«Ha però questa amministrazione comunale – prosegue Porpiglia – valutato e deciso di costituirsi parte civile sin da subito, ritenendolo atto dovuto al fine di avvalersi delle facoltà e dei diritti previsti dalle norme del codice di procedura penale e, nello stesso tempo, atto cautelativo delle prerogative dell’ente in relazione all’interesse pubblico all’accertamento della verità e delle eventuali responsabilità nei confronti dell’ente per i danni accertati.
Sottolineare come la costituzione di parte civile non sia sinonimo di condanna degli imputati (del sindaco e di tutti gli altri) cui viceversa deve essere riconosciuta la presunzione di non colpevolezza tutelata dall’art. 27 della Costituzione, è principio di civiltà giuridica. Saranno i processi a dare risposte sulla colpevolezza degli imputati».