Malasanità. La Corte d’Appello: Nicolas Umbaca fu vittima di errore medico

I giudici di secondo grado dichiarano la prescrizione ma confermano il giudizio di responsabilità del Tribunale

Corte d'Appello Reggio Calabria

La Corte d'Appello di Reggio Calabria

Reggio Calabria – Dopo quasi sei ore di camera di consiglio la Corte d’Appello di Reggio Calabria, all’esito dell’udienza di mercoledì 15 luglio, nel dichiarare la prescrizione del reato di lesioni gravissime contestato ai dottori Pasquale Baccellieri (assistito dall’avv. Loris Maria Nisi) e Giuseppe Santoro (assistito dall’avv. Giuliana Barberi), ha confermato il giudizio di responsabilità espresso in primo grado dal Tribunale.
Una vicenda giudiziaria durata quasi 16 anni che ha avuto inizio quando, all’indomani della nascita del piccolo Nicolas Umbaca, il papà accompagnato dall’avv. Ferdinando Parisi si recò dai Carabinieri di Melito Porto Salvo per denunciare i ginecologi dell’Ospedale di Melito di Porto Salvo che avrebbero compiuto manovre tali da rendere il neonato un vegetale.

Un processo iniziato in ritardo a causa di perizie errate e di due richieste di archiviazione. A seguito della prima richiesta di archiviazione le indagini furono addirittura avocate dalla Procura Generale su istanza degli avvocati della famiglia Umbaca (Armando Veneto e Ferdinando Parisi) che non ci avevano visto chiaro e, dopo una seconda richiesta di archiviazione, sono riusciti ad ottenere l’imputazione coatta dei ginecologi da parte del GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria.

In primo grado – nel corso del quale la famiglia Umbaca (come in appello) è stata assistita da un collegio difensivo formato oltre che dall’Avv. Veneto e dall’Avv. Parisi, anche dagli Avvocati Rita Fenio e Vladimir Solano – la svolta: il Tribunale nomina un nuovo collegio peritale (Dott. Rizzo e Prof. Bresadola) e questo – smentendo le precedenti consulenze – giunge alla conclusione che Nicolas fino alla nascita era un bambino sano e che divenne tetraplegico a causa della somministrazione in dosi eccessive di ossitocina e della effettuazione di manovre dirette a superare meccanicamente una sproporzione feto-pelvica insuperabile, viste le grandi dimensioni del feto. Il Tribunale di Reggio Calabria, il 21 dicembre 2011, fa sue le conclusioni dei periti e condanna entrambi i ginecologi per il reato di lesioni gravissime.
Dopo anni giunge anche la condanna del Dott. Baccellieri per falso in atto pubblico pluriaggravato (la cartella clinica risultava alterata in più punti), condanna poi annullata dalla Corte di Cassazione per vizi del capo d’imputazione.

Mercoledì 15 luglio l’ultimo atto della giustizia penale: dopo quasi sedici anni dal fatto, la Corte di Appello di Reggio Calabria, presieduta da Concettina Garreffa, dopo le repliche dell’avv. Ferdinando Parisi e dell’avv. Loris Maria Nisi, ha dichiarato prescritto il reato, confermando però il giudizio di responsabilità quanto agli effetti civili.
Oggi Nicolas non c’è più, è venuto a mancare a causa di quelle lesioni a soli 13 anni e dalla sua morte il padre non ha più seguito il processo se non tramite i suoi legali; fino ad allora era presente ad ogni udienza ed è arrivato a compiere anche atti eclatanti quando si è visto negare il processo.

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