Taurianova – Nelle prime ore di questa mattina, nel Comune di Taurianova, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Cittanova, coadiuvato da pattuglie dei Commissariati di Gioia Tauro, Polistena e Taurianova, al termine di lunghe e complesse attività investigative, ha dato esecuzione a quattro ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, nell’ambito dell’operazione Shotgun, emesse dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, nei confronti di altrettanti soggetti, tutti indagati per il reato previsto dagli artt. 110 c.p., 378 co. 1 e 2 c.p., 416 bis.1. c.p. (favoreggiamento personale dell’ex latitante Giovanni Sposato, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa di cui lo Sposato è ritenuto elemento di vertice ).
La latitanza di Giovanni Sposato
Le indagini, svolte dagli investigatori del Commissariato di P.S. di Cittanova in collaborazione con la Squadra Mobile di Reggio Calabria e coordinate dal procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e dal sostituto procuratore Giulia Pantano della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, sono iniziate in data 13.12.2017, all’indomani dell’operazione Terramara-Closed, quando Giovanni Sposato cl. ‘68 si sottrasse all’esecuzione del relativo provvedimento cautelare.
I nomi dei 4 arrestati per favoreggiamento personale del latitante Giovanni Sposato
Le certosine indagini poste in essere dagli inquirenti, svolte con metodi investigativi tradizionali e con il supporto di strumenti tecnologici, hanno consentito oggi, alle prime ore dell’alba, di fare scattare le manette ai polsi, nei confronti di: Antonino Fucile, nato a Taurianova (RC) il 4.11.1972; Giuseppe Rao, nato ad Anoia (RC) il 6.2.1961; Giovanni Sposato, nato ad Oppido Mamertina (RC) il 4.12.1990; e Giovanni Sposato, nato ad Oppido Mamertina (RC) il 13.6.1991.
Ricostruita la rete dei favoreggiatori del latitante Giovanni Sposato
In particolare, gli elementi investigativi acquisiti tra il 12.12.2017, data in cui Giovanni Sposato cl. ’68 riuscì a fuggire alla cattura, ed il 7.6.2018 giorno del suo arresto, hanno consentito di ricostruire la rete di favoreggiatori che lo aiutarono a sottrarsi all’esecuzione del provvedimento cautelare pendente su di lui.
In quella data, infatti, alle ore 16.00 circa, Giovanni Sposato si presentò – accompagnato dai suoi parenti – al pronto soccorso di Polistena (RC) per ricevere cure mediche in quanto accusava problemi respiratori. A causa delle note patologie di cui era affetto il ricercato e grazie al costante monitoraggio delle attività tecniche poste in essere, gli investigatori furono in grado di accorgersi della presenza del ricercato presso il nosocomio di Polistena. Infatti, recatisi tempestivamente sul posto riuscirono a scorgerne la presenza nella sala del Pronto Soccorso, mentre i medici erano intenti a prestargli le prime cure.
Si era costituito ma secondo gli inquirenti solo perché sapeva di essere già in trappola
Contestualmente all’arrivo presso il pronto soccorso del personale operante del Commissariato di Cittanova, l’ufficiale di polizia giudiziaria responsabile della Squadra Investigativa del Commissariato ricevette la telefonata dal legale di fiducia del ricercato il quale gli comunicava che il suo assistito si trovava all’ospedale di Polistena e che voleva costituirsi.
La ricostruzione degli eventi portò a comprendere che, in realtà Giovanni Sposato cl. ‘68, così come confermato dal gip, non aveva alcuna intenzione di costituirsi, anzi, quello spostamento doveva avvenire il più possibile “in anonimato”, così come dimostrato dalla presenza dei fiancheggiatori e di alcuni familiari all’esterno della struttura ospedaliera mentre erano intenti a controllare la zona circostante e che aveva chiamato il suo legale solo allorquando si era reso conto della presenza della Polizia sul luogo.
Il ruolo dei fiancheggiatori del latitante Giovanni Sposato
Dalle attività investigative è stato possibile delineare i ruoli svolti dai vari fiancheggiatori:
- Antonino Fucile, soggetto non in rapporti di parentela con gli Sposato, ma da sempre legato alla famiglia (aveva lavorato per molti anni in numerose imprese riconducibili al gruppo Sposato) avrebbe messo a disposizione di Giovanni Sposato un’abitazione di sua proprietà sita in contrada Latinis di Taurianova;
- Giovanni Sposato cl. 1990
- e Giovanni Sposato cl. 1991, erano coloro che avrebbero fornito supporto al latitante, assicurando inoltre il necessario scambio di informazioni con la sua famiglia;
- Giuseppe Rao, infermiere professionale presso il reparto di cardiologia dell’ospedale di Polistena, il quale avrebbe garantito al latitante consulti sanitari e, in occasione del suo ricovero in ospedale il 7.6.2018, si sarebbe attivato affinché egli ricevesse tutte le cure del caso e ad assicurare la riservatezza della sua catena comunicativa al fine di sottrarlo alle ricerche delle Forze dell’Ordine.
Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati posti agli arresti domiciliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.