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Home Reggio Calabria Cronaca

Operazione Las Vegas: sequestrato patrimonio agli “eredi del business criminale” di Gioacchino Campolo

Erano subentrati nella gestione del business del "re dei videopoker". Sequestrate 4 società e il patrimonio aziendale, 6 fabbricati e 2 terreni

by newz
2 Settembre 2020
in Cronaca, Primo Piano, Video
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Reggio Calabria – Erano subentrati agli affari di Gioacchino Campolo, l’ex re dei videopoker. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal procuratore capo, Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta da Ornella Pastore – su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Stefano Musolino, che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro su beni immobili (sia terreni che fabbricati), società (sia quote societarie che complessi aziendali) e rapporti finanziari, per un’accertata sproporzione di circa 9 milioni di euro, nei confronti dei coniugi Antonio Sapone (cl’ 68) e Maria Ripepi (cl ‘69), imprenditori attivi nel settore del noleggio di apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro nelle zone del Gebbione e di Sbarre della città di Reggio Calabria, contigui al gruppo mafioso Labate, nonché nei confronti di uno dei loro figli, Vincenzo Sapone (cl’ 92).

L’eredità del business criminale di Gioacchino Campolo, il “re dei videopoker”

Nello specifico, a seguito di articolate attività investigative espletate dalla Compagnia territoriale di Reggio Calabria, emergevano svariate condotte criminali perpetrate dal c.d. “Gruppo Sapone”, subentrato nella gestione del business a Gioacchino Campolo, forti del suo consenso.
Il “Gruppo Sapone”, dunque, ha beneficiato dell’eredità dell’ex “re dei videogiochi”, riuscendo così a fare quel  che ha consentito alle sue imprese di conoscere una vertiginosa crescita economica, soprattutto grazie alle “sponsorizzazioni” assicurate dalla cosca Labate. Un’attività che, come quella di Gioacchino Campolo, non è sfuggita alla lente di ingrandimento dei finanzieri.

La vicinanza del Gruppo Sapone alla cosca Labate

La loro vicinanza ad ambienti criminali di questo calibro è stata confermata, oltre che dalle attività investigative, anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia di rilevante spessore, ritenuti di solida affidabilità nelle competenti sedi giudiziarie.
Tra le condotte configuranti la pericolosità sociale qualificata dei soggetti proposti si segnalano, oltre alle condotte di concorso esterno in associazione mafiosa (cosca Labate), plurime condotte integranti delitti contro la pubblica amministrazione, grazie al concorso di pubblici ufficiali infedeli che agevolavano la crescita imprenditoriale del gruppo, garantendo il conseguimento illecito di licenze ed autorizzazioni, plurime condotte estrinsecazione minacciosa e violenta dell’intimidazione di matrice mafiosa.

La Guardia di Finanza ha accertato una sproporzione di quasi 9 milioni di euro

Gli accertamenti eseguiti hanno evidenziato una significativa e ingiustificata differenza tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte sui redditi e il patrimonio posseduto (anche indirettamente, tramite i propri figli), nonché l’intrinseca illiceità dell’enorme patrimonio accumulato nell’arco temporale oggetto di investigazioni (15 anni): è stata così constatata la sussistenza di una sperequazione di oltre 8,8 milioni di euro.

L’ingente disponibilità di denaro contante da parte dei componenti del “Gruppo Sapone” è comprovata anche dalle modalità di effettuazione, da parte dei medesimi, di acquisti immobiliari di rilevante entità.
In esecuzione del decreto applicativo della misura di prevenzione patrimoniale in parola, i finanzieri reggini hanno individuato e, contestualmente, sottoposto a sequestro 8 beni immobili (di cui 6 fabbricati e 2 terreni) situati a Reggio Calabria e a Milano e 4 società (con i relativi patrimoni), unitamente al complesso delle disponibilità finanziarie riconducibili ai soggetti proposti.

Guardia di Finanza esegue perquisizioni

Contestualmente l’autorità giudiziaria procedente ha emesso un apposito decreto di perquisizione ricomprendente tutti i luoghi rientranti nella disponibilità dei componenti del “Gruppo Sapone” e delle 4 società agli stessi riconducibili, al cui esito i militari operanti hanno rinvenuto e sequestrato documentazione e altro materiale probatorio di rilevante interesse investigativo, che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti.
La presenza delle sedi delle società del “Gruppo Sapone” e dei beni immobili riconducibili ai componenti del medesimo sull’intero territorio nazionale ha implicato, in sede di esecuzione delle misure di prevenzione patrimoniali e del decreto di perquisizione, il coinvolgimento di numerosi altri Reparti del Corpo territorialmente competenti, essendo numerose sedi dislocate nelle province di Milano, Torino, Vercelli, Bergamo e Monza-Brianza, oltre che nella provincia di Reggio Calabria.

La principale mission della Guardia di Finanza in materia di polizia economica e finanziaria

Il servizio odierno testimonia ancora una volta l’elevata attenzione mantenuta dai militari in forza al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che, nel solco delle indicazioni dell’autorità giudiziaria reggina, continua ad essere rivolta all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, allo scopo di arginare l’inquinamento del mercato e della sana imprenditoria, con l’intento di ripristinare adeguati livelli di legalità, trasparenza e sicurezza pubblica.

Tags: Antonio Saponecosca labateguardia di finanzaMaria Ripepioperazione las vegasre dei videopokerreggio calabriasequestro
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