«Perché la lista Klaus Davi non ha avuto il seggio»

Il prof. Domenico Marino impartisce una lezione sulla legge elettorale al massmediologo: «Era chiaro fin dal primo turno»

Klaus Davi

Klaus Davi

Reggio Calabria – Si è molto discusso sul seggio non attribuito alla lista Klaus Davi nelle votazioni per l’elezione del sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Appare quindi opportuno tentare di spiegare come stanno effettivamente le cose.

Il motivo per cui la lista di Klaus Davi non ha avuto il seggio discende semplicemente dal fatto che il superamento della soglia del 3% è solo una condizione necessaria, ma non sufficiente per ottenere il seggio.

Generalmente ciò avviene, ma nel caso di specie, per una particolare combinazione di più eventi, non ultimo il gran numero di liste che ha raggiunto il quorum, il calcolo matematico esclude la lista di Klaus Davi in ragione del suo 3,02 %.

Il metodo D’Hondt su cui si basa l’attribuzione dei seggi infatti prevede nel caso specifico del Comune di Reggio Calabria per l’opposizione 11+ 1 (Minicuci) seggi a cui corrisponde un quorum intero di 2981 voti come si può evincere dalla tabella seguente (idati sono presi dal sito Eligendo del Ministero dell’Interno):

Partito

voti

%

seggi

FORZA ITALIA

10.183

11,1

3

FRATELLI D’ITALIA

7.107

7,75

2

LEGA SALVINI CALABRIA

4.299

4,69

1

CAMBIAMO! CON TOTI

4.029

4,39

1

MINICUCI SINDACO

3.114

3,39

1

REGGIO ATTIVA

2.981

3,25

1

PAZZANO

4005

4,37

1

MARCIANÒ

2.996

3,27

1

11

DAVI

2772

3,02

La tabella seguente riporta il dettaglio di calcolo del metodo D’Hondt:

FORZA ITALIA

10.183

10.183

5091,5

3394,333

2545,75

2036,6

1697,167

1454,714

1272,875

1131,444

1018,3

925,7273

FRATELLI D’ITALIA

7.107

7.107

3553,5

2369

1776,75

1421,4

1184,5

1015,286

888,375

789,6667

710,7

646,0909

LEGA SALVINI CALABRIA

4.299

4.299

2149,5

1433

1074,75

859,8

716,5

614,1429

537,375

477,6667

429,9

390,8182

CAMBIAMO! CON TOTI

4.029

4.029

2014,5

1343

1007,25

805,8

671,5

575,5714

503,625

447,6667

402,9

366,2727

MINICUCI SINDACO

3.114

3.114

1557

1038

778,5

622,8

519

444,8571

389,25

346

311,4

283,0909

REGGIO ATTIVA

2.981

2.981

1490,5

993,6667

745,25

596,2

496,8333

425,8571

372,625

331,2222

298,1

271

PAZZANO

4005

4.005

2002,5

1335

1001,25

801

667,5

572,1429

500,625

445

400,5

364,0909

MARCIANÒ

2.996

2.996

1498

998,6667

749

599,2

499,3333

428

374,5

332,8889

299,6

272,3636

DAVI

2772

2.772

1386

924

693

554,4

462

396

346,5

308

277,2

252

In arancione vi sono i quorum dei consiglieri eletti.
Come si vede l’attribuzione degli 11+1 seggi all’opposizione comporta un quorum intero di 2981 voti.

A titolo di completezza va messa in evidenza una questione. La legge indica che in caso di ballottaggio alle liste collegate con il sindaco eletto debbano toccare il 60% dei seggi. Nel caso del Comune di Reggio Calabria i consiglieri sono 32, per cui il calcolo del 60% darebbe origine ad un numero pari a 19,2. Questo numero deve essere arrotondato per eccesso o per difetto e, quindi, alla maggioranza toccano 19+1 (sindaco eletto) o 20+1 (sindaco eletto) consiglieri? Se fossero 19+1 rientrerebbe la lista Davi perché l’opposizione avrebbe 12+1 seggi e il quorum intero scenderebbe a 2772.

L’interpretazione data dal Ministero dell’Interno e dalla maggior parte delle sentenze dei Tar e del Consiglio di Stato è quella di arrotondare in ogni caso per eccesso il numero risultante dal calcolo del 60%. Da qui nasce la ripartizione di 20+1 per i consiglieri per la maggioranza e di 11+1 per i consiglieri dell’opposizione. Il margine per un contenzioso su questo punto in linea teorica esiste, tuttavia la preponderante giurisprudenza in materia, orientata per l’arrotondamento per eccesso, a mio avviso lo sconsiglia fortemente.

L’unico modo per la lista Klaus Davi per avere il seggio era apparentarsi

Va anche messo in evidenza che in base all’interpretazione del Ministero dell’Interno, l’unico modo per la lista Davi per avere il seggio era quello di apparentarsi con un candidato al ballottaggio e sperare che fosse quello vincente e questo era perfettamente chiaro fin dal primo turno.

Prof. Domenico Marino

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