Reggio Calabria – Gli indici dei prezzi al consumo di novembre 2020 sono stati elaborati nel contesto determinato dalle misure adottate con il nuovo DPCM del 3 novembre 2020 per contrastare la nuova ondata della pandemia causata dal Covid-19 e che hanno reintrodotto limitazioni, differenziate a livello regionale, riproponendo, almeno in parte, le criticità del periodo marzo-maggio.
L’offerta commerciale di beni e servizi ha subito quindi nuove ulteriori restrizioni e le attività di
rilevazione presso i punti vendita e i rispondenti hanno incontrato nuovamente difficoltà crescenti. Il
numero di mancate rilevazioni, pur non toccando i livelli di marzo e aprile, è tornato ad aumentare
dopo essere diminuito in particolare nel periodo compreso tra giugno e ottobre.
L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per
l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di
mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. La situazione
che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata via via affrontata sono illustrate nella
Nota metodologica, alle pagine 19, 20 e 21 del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat.
Come ricordato nella Nota metodologica dell’Istat, gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia
nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi
mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).
Nel mese di Novembre l’Indice dei Prezzi al Consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) della città
di Reggio Calabria, registra una variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente pari a
-0,1%. La variazione congiunturale, ossia rispetto al mese precedente, è pari a -0,1%.
A livello congiunturale, le divisioni di spesa con significative variazioni in aumento sono:
“Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,4%); “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili”
(+0,2%); “Abbigliamento e calzature” (+0,1%);
Si rilevano variazioni di segno negativo su:
“Servizi ricettivi e di ristorazione” (-2,4%) “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,3%); “Bevande
alcoliche e tabacchi” (-0,2%), “Trasporti” (-0,2%), “Comunicazioni” (-0,1%); “Mobili, articoli e servizi
per la casa” (-0,1%);
Rimangono invariate le divisioni:
“Servizi sanitari e spese per la salute”; “Istruzione”; “Altri beni e servizi”.
Su base annua, le divisioni di spesa con significative variazioni in aumento sono:
“Bevande alcoliche e tabacchi” (+3,8%);”Altri beni e servizi” (+1,9%); “Prodotti alimentari e bevande
analcoliche”(+1,5 %),”Mobili, articoli e servizi per la casa” (+1,2%); “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,2%); “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,3%).
Si rilevano variazioni di segno negativo su:
“Istruzione” (-4,2%); “Trasporti” (-4%); “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-2,3%);
“Comunicazioni” (-2%); “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,4%);
Rimane invariata la divisione: “Abbigliamento e calzature”.