Messina – La Corte d’Assise d’Appello di Messina, con decisione depositata in data odierna ha posto la parola fine all’annosa questione che ha visto impegnato l’avv. Giuseppe Nardo, difensore di Giacomo Latella (cl. 56), capo incontrastato della omonima cosca Latella, egemone sul territorio a sud della città di Reggio Calabria, in particolare nelle zone di Saracinello, Arangea e Croce Valanidi, condannato all’ergastolo con isolamento diurno per una serie di gravi reati commessi durante quel periodo storico che è passato alle cronache giudiziarie come la seconda guerra di mafia e che ha insanguinato le strade della città nella seconda metà degli anni ottanta ed inizi degli anni novanta.
La decisione giunge a conclusione della battaglia giudiziaria in punto di diritto, ingaggiata con la Procura Generale di Messina dall’avv. Nardo che aveva denunciato il grave errore commesso nel lontano 2005 dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria che aveva comminato, in violazione delle norme penali e procedurali che regolavano il caso, la pena dell’ergastolo in luogo di quella massima possibile di trent’anni di reclusione.
Sono stati necessari ben tre passaggi in Cassazione, con altrettanti annullamenti, per determinare la Corte d’Assise d’Appello di Messina a prendere atto della validità della tesi sostenuta dall’avv. Nardo. Di conseguenza, a conclusione di un così complesso iter giudiziario, Giacomo Latella passa dalla condizione di ergastolano con fine pena mai a quella di detenuto a termine.
Messina – La Corte d’Assise d’Appello di Messina, con decisione depositata in data odierna ha posto la parola fine all’annosa questione che ha visto impegnato l’avv. Giuseppe Nardo, difensore di Giacomo Latella (cl. 56), capo incontrastato della omonima cosca Latella, egemone sul territorio a sud della città di Reggio Calabria, in particolare nelle zone di Saracinello, Arangea e Croce Valanidi, condannato all’ergastolo con isolamento diurno per una serie di gravi reati commessi durante quel periodo storico che è passato alle cronache giudiziarie come la seconda guerra di mafia e che ha insanguinato le strade della città nella seconda metà degli anni ottanta ed inizi degli anni novanta.
La decisione giunge a conclusione della battaglia giudiziaria in punto di diritto, ingaggiata con la Procura Generale di Messina dall’avv. Nardo che aveva denunciato il grave errore commesso nel lontano 2005 dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria che aveva comminato, in violazione delle norme penali e procedurali che regolavano il caso, la pena dell’ergastolo in luogo di quella massima possibile di trent’anni di reclusione.
Sono stati necessari ben tre passaggi in Cassazione, con altrettanti annullamenti, per determinare la Corte d’Assise d’Appello di Messina a prendere atto della validità della tesi sostenuta dall’avv. Nardo. Di conseguenza, a conclusione di un così complesso iter giudiziario, Giacomo Latella passa dalla condizione di ergastolano con fine pena mai a quella di detenuto a termine.