di Massimo Canale *
Reggio Calabria – Apprendo che l’ultima interpartitica del csx si sarebbe conclusa con un sostanziale nulla di fatto, i soliti tatticismi condizionano le scelte e si rischia di arrivare alla data per la presentazione delle liste con una proposta stanca, rabberciata, incapace di suscitare entusiasmi nel popolo calabrese, insomma una riedizione in chiave più politica dell’esperienza Callipo.
Pare che il commissario regionale del PD abbia avuto mandato imperativo da Zingaretti di chiudere l’accordo con M5S.
A qualunque costo.
L’agognato risultato politico perseguito da Graziano – visto da Roma – è ben diverso da quello percepito in Calabria.
Ciò che a Roma apparirebbe come “un successone” in grado di rinsaldare il rapporto con M5S in ottica governativa, qui da noi si traduce in una sfiancante ricerca di punti in comune tra soggetti strutturalmente e politicamente diversi, anzi opposti: sul fronte del garantismo, del populismo antimafia propugnato da Morra & co., dall’atteggiamento rispetto alla tradizione politica del PD, (anche presente e non sempre negativamente in terra calabrese), percepita da M5S come una piaga purulenta, da qui la polemica sul divieto di doppio mandato in agenda dell’ interpartitica.
Ma tutto ciò non interessa a Roma; lì l’unica preoccupazione è chiudere l’accordo, non importa come, finanche facendoci dare le patenti di agibilità politica da parte del M5S che in queste ore – tramite la clausola di gradimento sul nominativo – deciderà “per conto” del PD (attenzione, non “insieme” al PD…) il candidato alla presidenza.
L’alleanza quindi – ormai certo – sarà utile a Zingaretti e Stefano Graziano ma molto meno al PD calabrese che dovrà convivere con una forza politica da sempre ostica nei propri confronti, con la poco attraente prospettiva di sommare al solido elettorato del Partito democratico quel 5/7 %, nella migliore delle ipotesi, di M5S calabrese, dal momento che anche loro avrebbero da perdere con l’alleanza con il PD in ragione del fatto che la base di quel partito non ha mai visto di buon occhio questa prospettiva e potrebbe deviare con convinzione su Tansi.
Il mio non è un giudizio sugli uomini, ma questi sono i risultati del commissariamento del PD calabrese.
Su queste basi sembra evidente che ci avviamo a grandi passi verso una nuova sconfitta elettorale in nome di un’alleanza impropria e inutile, anzi, controproducente per noi e per il M5S, costretti a smarrire la nostra rispettiva (e opposta) identità in nome della tenuta del Governo nazionale.
* componente assemblea nazionale Pd
(tratto da un post pubblicato sul suo profilo facebook)