Reggio Calabria – “Emerge come, prima che prendesse avvio la strategia stragista voluta da Cosa Nostra e appoggiata dalla ‘Ndrangheta, venne elaborato in ambienti massonici collegati con la destra eversiva un nuovo progetto politico di tipo separatista-secessionista, in collegamento e in parallelo al fenomeno in ascesa del leghismo settentrionale”.
È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Reggio Calabria nel processo “‘Ndrangheta stragista” nel quale, su richiesta del procuratore capo Giovanni Bombardieri e del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, lo scorso 24 luglio sono stati condannati all’ergastolo il boss siciliano Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, considerato dalla Dda il referente della cosca Piromalli. I due imputati sono ritenuti mandanti degli attentati ai carabinieri Antonio Fava e Vincenzo Garofalo, trucidati il 18 gennaio 1994 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo di Scilla.
La sentenza ripercorre la storia degli anni che vanno dall’89, con la caduto del Muro di Berlino, agli attentati del ’93 e ai tre agguati ai Carabinieri in Calabria, in uno dei quali persero la vita gli appuntati Fava e Garofalo, fino allo scioglimento delle Camere e l’annuncio, il 26 gennaio 1994, della discesa in campo di Silvio Berlusconi con Forza Italia.
“A quel punto – scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza riguardo ai rapporti tra le organizzazioni criminali e la politica e Le infiltrazioni e il coinvolgimento della massoneria – Cosa Nostra ma anche la ‘Ndrangheta abbandonano il progetto politico separatista/secessionista e puntano tutto sul partito di Forza Italia”.
“Strategie criminali e strategie politiche – scrivono i giudici della Corte d’assise – si intrecciano tra loro, favorite dalla esistenza di un comitato d’affari tra ‘Ndrangheta, Cosa Nostra, servizi segreti e politica” di cui hanno parlato diversi collaboratori”.
Anche il collaboratore di giustizia Pasquale Nucera – ricordano i giudici – ha riferito che “in quel periodo la ‘ndrangheta, cosa nostra, le logge massoniche, quelle deviate, i servizi deviati, si sono inglobati e fusi in un unico progetto criminale”.
“Il collante di quel sistema – concludono i giudici nelle motivazioni – è quindi la massoneria deviata, con cui da sempre sono legate a stretto filo ‘Ndrangheta e Cosa Nostra”.