di Antonino Zumbo *
Sono trascorsi due mesi da quando si è insediato il Commissario al “Piano di rientro” alla sanità dottor Guido Longo, ex prefetto di Vibo Valentia ma ancora oggi, dopo tanto clamore della stampa locale e nazionale, non si percepiscono reali cambiamenti nella sanità calabrese.
I cittadini non hanno alcuna comunicazione in merito alla composizione della struttura commissariale che prevedeva almeno venticinque persone e nemmeno se è stato elaborato il Piano Operativo anticovid e un vero Piano vaccinale per contrastare la SARS-COV-2. Come, non si sa nulla in merito alla ricognizione, con relativa quantificazione e gestione, del contenzioso attivo e passivo, della sanità calabrese.
Sono tre problematiche importanti e urgenti che possono segnare l’inizio di un cambiamento reale, necessari per costruire un rapporto di fiducia con i cittadini che vivono con grande preoccupazione la diffusione del virus e l’assenza di garanzie per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza e appropriatezza in tutto il territorio regionale.
I cittadini hanno urgenza di avere i servizi sanitari per curarsi, giacché dall’inizio della pandemia sono stati sospesi. Il bisogno di cure è aumentato come l’esigenza di avere i giusti controlli sanitari attraverso la diagnostica e le visite specialistiche.
L’Ufficio del Commissario deve agire con determinazione e tempestività, informando i calabresi che non accettano più le pastoie burocratiche intrecciate con interessi particolari interni ed esterni alla sanità calabrese.
E’ ora di liberare la sanità calabrese da interessi illeciti e occulti, dando priorità alle giuste risposte di cura. Non è più accettabile che dopo undici anni di commissariamento della sanità calabrese non sia rientrato il debito, non sono garantiti i servizi essenziali, non è diminuita la spesa passiva dell’emigrazione sanitaria a fronte di maggiori tasse con l’IRAP e l’IRPEF per ridurre l’alto debito della sanità. I cittadini calabresi non sono di serie b rispetto a quelli di altre regioni e rivendicano una svolta tangibile.
E’ chiaro che non si possono affrontare gli atavici problemi della sanità calabrese in poco tempo e in modo complessivo, ma occorrono chiarezza e concretezza, iniziando dalle priorità nel breve termine e nel medio e lungo termine. Occorre iniziare a riorganizzare la sanità territoriale con la rete dei laboratori di patologia clinica e dei poliambulatori forniti degli specialisti ambulatoriali per abbattere le “liste d’attesa”, la rete di emergenza- urgenza in coerenza con il fabbisogno assistenziale e contestualmente la rete ospedaliera fra ospedali hub e spoke.
La Calabria, più di tante altre regioni d’ Italia, necessita di un piano per il reclutamento del personale medico e sanitario e di attrezzature tecnologiche, utilizzando le risorse disponibili e quelle che sono previste a livello nazionale.
Il Commissario, infine, dovrà battersi per avere la collaborazione di persone competenti in materia sanitaria che lo affianchino e di ascoltare le Associazioni e i cittadini al fine di democratizzare le decisioni e renderle trasparenti. Dovrà operare con il contributo del Ministero della salute per fare valere la meritocrazia e non l’appartenenza, perché la tutela della salute è un diritto universale e fondamentale previsto dalla nostra Costituzione.
La Mutua Soccorso “Cesare Pozzo” cosciente della difficile fase pandemica ha deciso di aiutare i soci concedendo in modo gratuito la Tutela Covid-19, a coloro che contraggono il virus con i sussidi per le giornate di ricovero o di quarantena. Nello stesso tempo si batte per affermare il principio dell’universalità del diritto alla salute e di integrare con le proprie Forme di Assistenza sanitaria le prestazioni non previste dal Servizio Sanitario Nazionale.
* Il presidente regionale
Società di Mutuo Soccorso
“Cesare Pozzo” Calabria