Dopo una serie di vicissitudini che hanno rimandato l’uscita del film per ben tre volte, è finalmente arrivata la data ufficiale della prima al cinema. “No Time to Die”, ultimo capitolo della saga di James Bond, verrà infatti presentato al grande pubblico il 28 settembre, nella Royal Albert Hall di Londra, alla presenza di alcuni componenti della famiglia reale: Carlo e Camilla, William e Kate.
Una prima che si sarebbe dovuta svolgere lo scorso ottobre, dopo ben due rinvii (ricordiamo che il trailer era addirittura uscito nel 2019), e che rappresenta solo una delle tante problematiche che hanno accompagnato la produzione del film. Dall’iniziale reticenza di Daniel Craig, convinto – secondo quanto ha scritto “The Telegraph” – soltanto dal cachet di 150 milioni di dollari, alle polemiche sulla protagonista femminile, che vestirà i panni di un agente doppio zero.
Tantissimi imprevisti, quindi, che di fatto non fanno che aumentare l’attesa nei confronti della pellicola, su cui ormai vi è un interesse quasi morboso. Ma del resto è un’aspettativa più che normale quando si tratta dell’agente segreto più famoso del mondo.
Oltre a Daniel Craig, nel cast figurano come sempre nomi di alto livello: da Rami Malek a Léa Seydoux, passando per Christoph Waltz e Ralph Fiennes, che vestirà ancora una volta i panni di M. Il nome che però ha fatto tanto discutere è quello di Lashana Lynch, che (come accennato qualche riga sopra) vestirà i panni di un’agente doppio zero. Una 007 donna, quindi, per la prima volta nella storia della saga cinematografica e che ha fatto storcere il naso ai fan più accaniti della saga.
Non esiste infatti nulla di simile nei libri di Ian Fleming, padre di James Bond, da cui è tratta (più o meno fedelmente) tutta l’epopea cinematografica. Lo stesso Daniel Craig si è esposto di recente rilasciando alcune dichiarazioni molto esplicite sul caso: “Ci dovrebbero semplicemente essere parti migliori per le donne” ha dichiarato l’attore nel corso di un’intervista, aggiungendo “perché una donna dovrebbe interpretare James Bond, quando dovrebbe esserci una parte altrettanto buona di James Bond, ma per una donna?”. Insomma, l’attore britannico non ha dubbi sul fatto che 007 debba essere interpretato da un uomo, ma rivendica allo stesso tempo la possibilità per una donna di impersonare ruoli più importanti.
Un Daniel Craig che nell’ultimo giorno di riprese di “NoTime to Die” – reso pubblico da poco tempo – è addirittura scoppiato a piangere, ringraziando tutte le persone che hanno lavorato con lui nelle cinque pellicole di James Bond a cui ha preso parte e, in particolar modo, in quest’ultima, che ha per l’attore un significato particolare, dal momento che decreta l’addio alla saga di 007. Craig ha infatti interpretato la spia dell’MI6 dal 2006 al 2021, diventando il terzo attore ad aver preso parte a più film della storia – “Casinò Royale”, “Quantum of Solace”, “Skyfall”, “Spectre” e, per concludere, “No Time to Die” –, vestendo i panni di un personaggio diventato nel tempo icona, non soltanto letteraria e cinematografica, con film che nel corso degli anni hanno influenzato diversi settori: uno su tutti “Casinò Royale”, che rimane forse la pellicola più riuscita e acclamata tra quelle che vedono Daniel Craig protagonista.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, il film debutterà nelle sale cinematografiche il 30 settembre. Diretto per la prima volta da un americano, il regista Cary Fukunaga, insieme a Phoebe Waller-Bridge (nota per la serie “Fleabag”), che ha avuto appunto il computo di svecchiare un po’ il franchise e traghettarlo definitivamente nel ventunesimo secolo. Con un occhio di riguardo, quindi, per il ruolo delle donne e la rappresentazione femminile, e non solo.
Vedremo ancora tutte quelle caratteristiche e peculiarità che hanno reso celebre il personaggio di James Bond, quindi, dalle Aston Martin al Martini, dagli Omega alla passione per il gioco; ma verremo sicuramente proiettati anche in nuovo scenario, che apre numerose possibilità per i capitoli successivi della saga, che potrebbero finalmente vedere le donne protagoniste e non soltanto “accessorie”.