La seggiovia fantasma di Gambarie e gli impegni di Cannizzaro

Dopo due anni dall'incendio, nonostante i roboanti annunci, turisti e sciatori senza impianto chissà per quanto ancora

Incendio seggiovia Gambarie sopralluogo Francesco Cannizzaro

Incendio seggiovia Gambarie sopralluogo Francesco Cannizzaro

Santo Stefano in Aspromonte (Reggio Calabria) – Ci sono immagini che valgono più di mille parole. Ed è questo il caso: la foto, già di per sé, dice tutto. I comunicati, gli articoli e i post social a corredo dicono ancora di più. Pubblicati più di un anno fa, ancora reperibili in rete, ed accompagnati da dichiarazioni trionfanti: “me la vedo io”, “abbiamo risolto”, “tutto fatto”, “impegno mantenuto”, “si riparte”, “attenzione che mettiamo avanti”.

Lo scatto immortala un gruppetto di persone sul cucuzzolo di monte Scirocco. In foto spicca il volto mascherato (ma inconfondibile) dell’onorevole di Forza Italia Francesco Cannizzaro, nato e cresciuto a Mannoli (dove è stato assessore), a soli 4 km da Gambarie, entrambe sono frazioni del Comune di Santo Stefano in Aspromonte. A fianco a lui sua cugina Domenica (detta Mimma) Catalfamo, già assessore alle infrastrutture, pianificazione e sviluppo territoriale della Regione Calabria. Poi tra gli altri il sindaco di Santo Stefano in Aspromonte, Francesco Malara. Tutti insieme appassionatamente sulla cima della montagna più famosa di Gambarie d’Aspromonte. Quella, per intenderci, dove arriva la prima seggiovia. Anzi, quella dove arrivava la prima seggiovia.

Già perché ormai da due anni la storica infrastruttura sportiva, che ha reso celebre la montagna reggina, non c’è più! La notte tra il 6 e il 7 novembre del 2020, mentre il mondo si trovava alle prese con uno dei picchi peggiori dell’emergenza pandemica, uno strano incendio divampato in piena notte, nel cuore della montagna, ne ha mandato in fumo il motore e gran parte della struttura portante. E con essi le speranze di crescita dell’intero comprensorio turistico di Gambarie.

Dopo il rogo notturno le prime settimane sono caratterizzate da un disorientamento assoluto, con gli addetti ai lavori ancora impegnati a capire cosa sia realmente accaduto e a quantificare l’entità del danno, appesi peraltro all’esito delle indagini che cercano di accertare la reale natura dell’incendio e alle verifiche su eventuali responsabilità. In pieno inverno tra lo stupore generale dei turisti che giustamente si chiedono che fine abbia fatto la prima seggiovia, parte la corsa contro il tempo per capire come ricostruire la storica struttura, un impianto di importanza vitale per Gambarie e per la montagna reggina, attrattore turistico sia invernale che estivo che costituisce il cuore dell’offerta turistica per la cittadina aspromontana.

Pochi giorni dopo il rogo della seggiovia, il deputato azzurro Francesco Cannizzaro, che proprio al Comune di Santo Stefano deve le origini del suo impegno politico, nonché il suo principale bacino elettorale, tira fuori dall’armadio la giacca da neve e, accompagnato dalla cugina assessore regionale, dal sindaco di Santo Stefano (tesserato Pd , si badi bene) si reca proprio in cima alla montagna per un sopralluogo e annuncia l’impegno della Regione a dare una soluzione in tempi rapidi.

Francesco Cannizzaro in piedi, seduti da sinistra Catalfamo, Malara, Irto

Passano ancora nove mesi (praticamente un parto) e siamo ad agosto 2021 alla vigilia delle elezioni regionali. Dopo un lunga gestazione in silenzio e polemiche appena sussurrate, ecco la genialata che non ti aspetti. In piena campagna elettorale, sabato 21 agosto, Cannizzaro rilancia con un incontro pubblico, sempre a Gambarie, ancora insieme alla cugina assessora Catalfamo, ancora in presenza del sindaco di Santo Stefano in Aspromonte Francesco Malara e questa volta allargando l’invito al vicepresidente del Consiglio regionale, Nicola Irto. Una nuova ribalta mediatica che si trasforma in una specie di comizio con vista sulle regionali, un nuovo giro di walzer, per annunciare, di fronte a un folto pubblico di appassionati della montagna reggina e operatori turistici, l’impegno della Regione Calabria non già per riparare il guasto, ma addirittura uno stanziamento di 3,6 milioni di euro per la costruzione della nuova seggiovia, un impianto ex novo, “più moderno – si afferma – più veloce e più grande”. Anche stavolta si sprecano le locuzioni altisonanti, si parla di “giornata storica”, si autoelogia la “risposta immediata”, ci sia autoincensa per averci messo “testa, volontà e tenacia”.

Si scoprirà qualche tempo dopo, giusto dopo le elezioni regionali, che in realtà in quei giorni Cannizzaro e Catalfamo poggiavano i loro annunci altisonanti esclusivamente su un atto, effimero quanto generico, che consisteva in una delibera di indirizzo votata in gran fretta prima della chiusura della sfortunata legislatura Santelli, in cui la Giunta regionale dava una generica indicazione dichiarandosi favorevole alla ricostruzione della seggiovia di Gambarie e chiedendo ai Dipartimenti regionali di individuare successivamente gli eventuali fondi necessari per la realizzazione dell’opera, quantificati in 3,6 milioni di euro.

Qualcuno temette che si trattasse di uno dei più classici annunci buoni solo per chiudere, al fresco delle fronde di Gambarie, qualche accordo elettorale in vista delle imminenti elezioni regionali. Qualcuno vocifera anche di una situazione di grave imbarazzo creata nei confronti del sindaco Malara, in quella occasione gli sarebbe stato suggerito dallo stesso Cannizzaro di ritirare l’invito già inoltrato al sindaco metropolitano (e suo compagno di partito) Giuseppe Falcomatà, la cui partecipazione sarebbe stata perentoriamente osteggiata dal deputato azzurro, con l’avallo del primo cittadino di Santo Stefano. Sgarbo che costò proprio al sindaco del piccolo comune aspromontano un lungo periodo di gelo nei rapporti con il vertice di Palazzo Alvaro, uno smacco certamente grave e probabilmente inedito che oggi, quattordici mesi dopo gli annunci preelettorali e quasi ventiquattro mesi dopo il funesto incendio notturno della seggiovia, suona ancor di più come una beffa.

Intanto Gambarie si prepara a vivere l’ennesima stagione invernale senza la seggiovia principale. Da allora infatti nulla sembra sia stato fatto per tener fede all’impegno pubblicamente assunto da Cannizzaro. Di finanziamento nemmeno un centesimo è giunto alle pendici dell’Aspromonte, men che meno in cima. L’unica carta scritta, peraltro oggettivamente generica e fumosa, rimane quella semplice delibera di indirizzo della Giunta regionale presieduta dall’allora presidente facente funzioni Spirlì che Cannizzaro e Catalfamo agitarono tra le verdi fronde agostane di Gambarie alla vigilia delle ultime elezioni regionali. Da allora si attende ancora di ricevere il finanziamento.

Più di un anno dopo il fatidico convegno, anche il sindaco Malara si dev’essere posto il dubbio. Il 30 agosto 2022 torna a scrivere al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, attraverso una “riservata personale”, poi in realtà fatta circolare, ma solo a campagna elettorale conclusa, sui gruppi whatsapp dei sostenitori dell’amministrazione comunale, in cui chiede lumi circa il finanziamento promesso dal deputato Cannizzaro e sollecita il contributo per la ricostruzione della seggiovia. Ancora nessuna risposta, nessun riscontro, almeno fino ad oggi.

Dopo lo slalom elettorale, sulla seggiovia di Gambarie sembra essere calato il silenzio più assoluto, con buona pace di operatori e turisti, che anche quest’anno dovranno accontentarsi delle piste e delle seggiovie del versante nord, la Telese e la Nino Martino. Ma non è tutto. La cosa più grave, e a riconoscerlo adesso è anche lo stesso Malara, è che in assenza di un finanziamento certo non può ancora nemmeno partire l’iter per l’affidamento della progettazione del nuovo impianto, al quale seguirebbero poi le procedure di gara e infine i lavori effettivi per la realizzazione della nuova seggiovia, procedura che potrebbe necessitare ancora di circa due anni per la conclusione.

Si prospetta quindi un periodo buio per il turismo a Gambarie che, almeno per questo inverno e probabilmente anche per le due stagioni invernali successive, dovrà fare a meno della sua seggiovia principale. Con buona pace delle migliaia di turisti e appassionati che, nonostante gli annunci e gli impegni assunti in pieno clima elettorale, già da due anni e ancora chissà per quanto tempo dovranno rinunciare a quella che negli ultimi decenni è stata la principale infrastruttura sportiva della montagna reggina.

Fabio Papalia

 

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