Il mondo del lavoro, grazie anche alle tecnologie, evolve continuamente e permette non solo di creare nuove professioni ma anche nuove modalità lavorative. Tra queste c’è il nomadismo digitale, che consiste nel viaggiare e lavorare contemporaneamente. È chiaro che non tutte le professioni si possono svolgere in luoghi diversi e in momenti differenti della giornata, ma stando ai dati, questa modalità di impiego piace a oltre il 64% degli italiani, anche se non sono ancora così tanti i professionisti che hanno scelto questa strada. Negli Stati Uniti, dal 2019 ad oggi, i nomadi digitali sono aumentati del 50%. Visto l’interesse crescente, molte nazioni, tra cui l’Italia, si stanno adoperando per fornire permessi speciali per chi decide di lavorare per un periodo in una nazione estera. Nel decreto Sostegni Ter è stata inserita infatti una norma che permette ai lavoratori extra UE che vengono in Italia di sostare un anno, a patto che vengano rispettare le norme assicurative e fiscali.
Essere nomadi digitali significa, quindi, gestire le proprie mansioni in luoghi sempre differenti, bypassando il tradizionale concetto di ufficio e di orario lavorativo e arrivando agli obiettivi in totale autonomia.
Questa modalità di lavoro consente di migliorare la qualità della vita ed è stato riscontrato anche un aumento della produttività. Potrebbe dunque diventare una tipologia lavorativa sempre più diffusa, che favorirà l’incontro di persone diverse, in luoghi diversi e in uffici ogni volta nuovi.
Ecco una guida per lavorare in giro per il mondo come nomadi digitali.
Come diventare nomade digitale
Il nomade digitale utilizza le tecnologie web per lavorare, ha dunque dimestichezza con gli strumenti digitali e sa sfruttarli per eseguire al meglio il proprio lavoro. Non ci sono, quindi, specifiche categorie professionali per essere nomade digitale, perché si è guidati da una passione che domina sull’altra: la possibilità di viaggiare quando si desidera e di decidere in piena libertà del proprio tempo.
Proprio per questo motivo, non c’è un’età per diventare nomade digitale, ma si può scegliere questa nuova opportunità quando si desidera.
Tra i lavori più diffusi per il nomadismo digitale ci sono sicuramente quelli legati al web: copywriter, social media manager, programmatori e sviluppatori. Ci sono però anche professioni più tradizionali che si possono svolgere in modalità nomade, come lo psicologo, il consulente aziendale e il docente. Basta sapersi organizzare con gli strumenti tecnologici per trasmettere in maniera efficace il proprio sapere.
Come si vive da nomade digitale
Vivere da nomade digitale presuppone alcune accortezze, soprattutto quando ci si trasferisce in paesi lontani e con costumi e abitudini molti diversi. Il consiglio, prima di partire, è quello di verificare i documenti necessari e la possibilità di soggiorno. Per tutelarsi durante il viaggio e durante la permanenza da furti, imprevisti e da copertura sanitaria è fondamentale, inoltre, stipulare un’assicurazione di viaggio annuale con una durata di viaggio di massimo 45 giorni per singolo viaggio che permette di affrontare con maggiore serenità le possibili avversità. Altro aspetto da considerare è la logistica, ossia il funzionamento dei trasporti, il costo della vita, l’opportunità di frequentare co-working ed eventuali agevolazioni per nomadi digitali.
In merito, invece, ai guadagni di un nomade digitale, è molto difficile fare una previsione, perché molto dipende dal tipo di lavoro, dalle competenze acquisite e dalle norme vigenti nel paese in cui si risiede. Non bisogna infatti dimenticare che si è comunque soggetti al pagamento delle imposte e a tenere sotto controllo la posizione fiscale.